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IL GIORNALIERO - Per il Sud Africa quindici anni di crescita a tutto carbone Stampa E-mail

28 agosto 2010 - La World Bank fa il tifo - moderato e senza vuvuzelas - per il carbone come soluzione ai problemi energetici del Sud Africa. Solo gli impianti a carbone (fonte per altro presente sul territorio sudafricano con riserve accertate per almeno 200 anni) avrebbero, infatti, una taglia, costi di investimento e tempi di realizzazione compatibili con la necessità di tamponare la grave carenza di kWh del Paese africano.
Ad oggi la capacità di generazione del Sud Africa può contare su 40 mila MW teoricamente tutti in funzione. Questa potenza dovrà però raggiungere la soglia degli 80 mila MW entro il 2025. E quei MW dovranno essere efficienti ed effettivamente funzionanti.
Con questi presupposti, la strada del carbone sembra essere l’unica davvero percorribile. L’impianto a carbone di Medupi, finanziato dalla World Bank, potrà generare, da solo, 4.800 MW. E altrettanti giungeranno da una seconda centrale che sarà realizzata a Fusile. Quanti pannelli solari e pale eoliche ci vorrebbero anche solo per raggiungere i 100 MW di potenza?” si domanda molta della stampa locale. Irritando i settori più intransigenti dell’ambientalismo.
I quali, però, sembrano dimenticarsi che in un Paese non proprio ai vertici del benessere mondiale, quale appunto il Sud Africa, non si può ragionare solo in termini di impatto ambientale, ma anche sociale. Oggi il Sud Africa produce 224 milioni di tonnellate di carbone, è al quinto posto tra i grandi produttori mondiali e brucia all’interno delle sue centrali il 53 per cento del materiale estratto. Nel suo sottosuolo ci sono ancora 53 miliardi di tonnellate del prezioso combustibile fossile. Potenziare questo settore, grazie anche alla domanda interna, significa creare nuovi posti di lavoro e assicurare energia elettrica a costi competitivi al sistema produttivo locale. Sono stati per altro annunciati ambiziosi programmi di retrofit sulle centrali esistenti per minimizzare l’impatto ambientale ed è stato promesso che le nuove costruzioni si affideranno alle latest clean technologies presenti sul mercato.
L’obiettivo è quello di arrivare al 2025 con una quota mercato per il carbone pari al 75 per cento, pari quindi a circa 60 mila MW. Affidando al nucleare il compito di colmare il gap ancora esistente verso l’obiettivo degli 80 mila MW. Le nuove rinnovabili, per ora, sono un lusso che il Sud Africa non sembra potersi permettere.

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