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IL GIORNALIERO - La Polonia rimanda di due anni il debutto dell’atomo Stampa E-mail

18 agosto 2010 - Bisognerà aspettare fino al 2022 per l’allacciamento in rete della prima centrale polacca. L’appuntamento è stato posticipato di un paio d’anni rispetto alle ipotesi sottoscritte, ma questo è solo un dettaglio poiché adesso la strada verso il nucleare sembra segnata. Il progetto, del valore di 11 miliardi di euro, sarà implementato dalla PGE, la principale compagnia energetica in Polonia, e avrà una potenza complessiva di 3.000 MW.
Dal ministro per l’economia, Hanna Trojanowska, sono già giunte ampie rassicurazioni sul fronte sicurezza: “L’impianto che realizzeremo rispetterà i più elevati standard di sicurezza europei e americani e sarà immediatamente attivato un centro di ricerca sul nucleare civile e approntato un piano per la gestione dei rifiuti e delle scorie”.
Il sito che ospiterà il nuovo impianto deve ancora essere deciso, ma sembra certo che la destinazione sarà una località delle coste del Mar Baltico. Il locale Ministero per l’economia ha già stilato un elenco di circa 20 possibili location, già ordinate in una classifica di merito per le condizioni che offrono. Un paragone con l’Italia, su questo versante, sarebbe a dir poco imbarazzante.
La PGE avrebbe per ora orientato le sue preferenze sui primi due candidati - Żarnowiec e Kopań - e, a sorpresa, sul diciottesimo, Lubiatowa. E questa è stato un evento inaspettato per tutti. Tra il 2011 e il 2013 saranno prese tutte le decisioni strategiche (dalla scelta del sito definitivo a quella della tecnologia), saranno definiti i partner tecnologici e si potranno così avviare i cantieri.
Attualmente la Polonia dipende per il 94 per cento del suo fabbisogno elettrico da impianti alimentati a carbone e ha quindi un disperato bisogno di soluzioni alternative. Un secondo impianto nucleare dovrebbe entrare in esercizio entro il 2030. Per quella data ci si attende un calo dell’apporto del carbone al mix energetico alle soglie del 60 per cento.

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