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IL GIORNALIERO - L’ex impero sovietico vuole diventare una grande potenza delle rinnovabili Stampa E-mail

12 agosto 2010 - Come ha riportato il Giornaliero di ieri (La Russia guida la voglia di nuovi MW dell’Europa dell’Est) le nazioni dell’ex blocco sovietico si apprestano a un decennio di espansione della propria capacità di generazione elettrica. Puntando - secondo lo studio pubblicato da GBI Research - soprattutto sulle rinnovabili e sul nucleare, considerate entrambe come due clean energy sources.
Nello specifico delle rinnovabili, le aspettative sono particolarmente elevate. Ecco alcuni dei numeri più significativi che circolano. Considerando l’eolico, il fotovoltaico, il geotermico e le biomasse (il mini idroelettrico non compare esplicitamente nella lista) la Romania si è posta un target del 38 per cento sulla generazione totale a fine 2020. L’Ungheria punta al 17 per cento - in questo caso in termini di consumi finali di energia - a metà strada tra Slovacchia e Polonia (rispettivamente con il 14 e il 15 per cento) e la Croazia (20 per cento). La Romania, considerando questo indicatore, dovrebbe arrivare al 24 per cento, la Lituania al 23 per cento.
Solo la Russia sembra - almeno per ora - del tutto disinteressata allo sviluppo delle rinnovabili. Lo studio in questione assegna uno share di soli 4,5 punti percentuali alle renewables sul totale della capacità di generazione interna, all’orizzonte 2020).
Va aggiunto che molte di queste nazioni - in particolare la Repubblica Ceca e l’Ucraina - hanno confermato che l’interesse per le rinnovabili non ostacola in alcun modo i piani di sviluppo del nucleare.

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