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IL GIORNALIERO - L’incubo dei grandi elettrodotti? Questione (quasi) solo italiana Stampa E-mail

23 luglio 2010 - Al di fuori dei nostri confini i mostri di acciaio sono considerati, tutto sommato, poco più che un cucciolo mansueto. Il Giornaliero di ieri aveva fornito una prima stima – di fonte Eurostat – sui timori piuttosto tiepidi degli europei nei confronti dei grandi elettrodotti. Il tema merita un approfondimento...
Partiamo dai valori assoluti: un terzo degli europei - il 35 per cento - ha dichiarato di temere seriamente i possibili effetti sulla salute delle linee ad tensione. Un ulteriore 35 per cento ha riconosciuto di nutrire qualche timore. Ma va anche sottolineato come il 25 per cento abbia negato l’esistenza di un qualsiasi possibile effetto. Rispetto a una precedente indagine - condotta tre anni or sono - non si rileva alcuna variazione significativa. L’Italia ragiona su lunghezze d’onda totalmente diverse. Ben il 78 per cento segnala una preoccupazione molto elevata e un ulteriore 17 per cento riconosce una qualche fondatezza al problema. Un’irrisoria percentuale del 3 per cento si definisce per nulla preoccupato.
Altre nazioni che temono gli elettrodotti con particolare apprensione sono Cipro, Spagna, Portogallo, Spagna, su livelli al di sopra della media europea ma nettamente al di sotto rispetto all’Italia. Olanda, Finlandia e Gran Bretagna trovano la presenza di un elettrodotto nel giardino di casa... meno invadente di quella dei classici nanetti. Solo un cittadino su dieci considera la questione high tension power line da allarme rosso. Addirittura, il 47 per cento degli olandesi e il 44 per centro degli svedesi e dei danesi ha detto di non temere in alcun modo i possibili effetti sulla salute delle linee ad alta tensione.

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