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IL GIORNALIERO - Inquinamento elettromagnetico? Per gli europei un problema marginale Stampa E-mail

22 luglio 2010 - Un popolo di ipocondriaci, ossessionati dall’inquinamento e la cui salute è minacciata da una pluralità di subdoli nemici. È questa l’Italia che emerge dall’ultima indagine Eurostat pubblicata nei giorni scorsi e svolta con l’obiettivo primario d capire quanto i campi elettromagnetici siano percepiti come un potenziale fattore di rischio. In estrema sintesi, lo studio fornisce due risposte. Uno: gli electromagnetic field sono considerati come un fattore pressoché innocuo e, comunque, in coda alla lista delle priorità. Due: l’italiano medio mostra un livello di apprensione decisamente superiore rispetto a quello dell’europeo tipo.
In prima posizione la chimica che, secondo il 65 per cento dei cittadini comunitari rappresenta attualmente il più serio nemico della salute umana. A seguire, la qualità del cibo - che preoccupa seriamente il 61 per cento dei palati europei - la qualità dell’acqua (53 per cento), quella dell’aria in ambiente esterno (52 per cento), la gestione del ciclo dei rifiuti, l’inquinamento acustico. L’elenco dei fattori di rischio per la salute prosegue con molte altre voci e solo in coda alla classifica si trovano le linee elettriche ad alta tensione (problematiche per il 35 per cento degli europei), i telefonini (33 per cento), i computer (20 per cento) e gli elettrodomestici (17 per cento). Insomma, il kWh non è percepito come un potenziale nemico di grande portata.
Si diceva dell’Italia e dei suoi timori sopra le righe, almeno in relazione alle medie europee. Nel caso della chimica sono stati addirittura 91 su 100 i connazionali che hanno espresso una viva preoccupazione (e solo l’1 per cento ha “negato” il problema).
Per la qualità del cibo è sempre l’Italia il Paese più “timoroso”, con 89 cittadini su 100 fortemente preoccupati. Stesso discorso per la qualità dell’aria esterna, la gestione dei rifiuti, il problema rumore, la qualità dell’aria interna... Nessuna altra nazione europea mostra i nostri stessi livelli di allarme. E poi, c’è la questione dei grandi elettrodotti. Anche in questo caso il nostro Paese fa storia a parte. Sulla quale, però, tornerà il Giornaliero di domani.

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