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De Vita: “Così è cambiato e cambierà il mondo del petrolio” Stampa E-mail

di Dario Cozzi


Pasquale De Vita, presidente dell'Unione PetroliferaLa recente crisi economica ha fatto emergere – anche nel mondo dell’energia – nuovi problemi. Come si presenta oggi la situazione per il settore petrolifero? E quali sono le prospettive per il futuro?
Nuova Energia ha girato la domanda a Pasquale De Vita, presidente dell’Unione Petrolifera.
“Una crisi come quella che stiamo ancora vivendo - è il primo commento a caldo - non si vedeva da decenni, sia per durezza che per ampiezza. Molte cose sono cambiate e molte altre non saranno più le stesse. Ciò vale in particolare per i Paesi avanzati, che si sono trovati quasi
disarmati in ragione della struttura delle loro economie e dei rispettivi mercati, molto meno protetti rispetto ad altri. Sono stati necessari sostanziosi interventi pubblici per impedire guai peggiori e non si può ancora dire che ne siamo del tutto fuori. Qualche segnale di ripresa si registra, ma non così evidente come ci si augurava a questo punto”.



Diamo qualche numero...
Nel 2009 tutti i principali Paesi Ocse hanno mostrato una caduta del Pil mediamente superiore al 4 per cento, con il solo Giappone che ha superato il 5 per cento, mentre negli Stati Uniti - il Paese da cui tutto ha avuto origine - ci si è fermati al meno 2,4. Le nazioni non-Ocse, invece, hanno solamente rallentato la loro corsa, e ciò ha contribuito ad allargare il divario che già esisteva in termini di tassi di crescita. Bisogna prendere atto che gli equilibri sono cambiati.
Tale tendenza si è peraltro consolidata in questa prima parte del 2010. Infatti, mentre nei Paesi dell’area euro la crescita presenta profili disomogenei e si ferma a pochi decimi di punto, nel primo trimestre 2010 in Cina il Pil in termini reali è aumentato dell’11,9 per cento rispetto all’anno precedente, il tasso più elevato dal 2007. In termini di quote di mercato, sul commercio mondiale la Cina ha ormai scavalcato anche la Germania, divenendo il primo esportatore al mondo. [...]

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