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IL GIORNALIERO - Anche la povertà energetica, a suo modo, è vittima della febbre del gioco Stampa E-mail

21 luglio 2010 - Questione di priorità... Il rapporto Svimez pubblicato in questi giorni sullo stato di salute dell’economia nel Mezzogiorno fa venire i crampi (allo stomaco) e i brividi (di freddo, nonostante la stagione).
Apparentemente, infatti, si delinea un quadro di profonda depressione, dove mancano anche i soldi per i bisogni esistenziali. Una famiglia meridionale su 4 non ha soldi per andare dal medico. Nel 2008 nel 30 per cento delle famiglie al Sud sono mancati i soldi per i vestiti necessari e nel 17 per cento dei casi le bollette di luce, acqua e gas sono state pagate in ritardo. Il 21 per cento non ha avuto soldi per il riscaldamento (27,5 per cento in Sicilia).
Dati che denunciano un (apparente) livello di profonda povertà energetica - tema di cui si è già occupato in passato il Giornaliero - difficile da riscontrare altrove nell’Europa occidentale. A questo punto, non resta che affiancare a questi dati altri numeri.
Il 90 per cento delle famiglie residenti nel Mezzogiorno aveva uno o più cellulari nel 2009, valore perfettamente in linea con quello delle regioni più ricche del Nord e al di sopra della media comunitaria; una famiglia su tre non rinunciava all’antenna parabolica – sempre lo scorso anno – e il valore risultava in fortissima crescita rispetto al 2008. Solo in quattro case su cento mancava il televisore a colori. In Abruzzo, Molise e Sicilia risultavano immatricolate oltre 600 auto private ogni mille residenti, valore superiore a quello che si registra in qualsiasi altro Paese europeo, a parte il Lussemburgo e - forse - la Germania.
Ma c’è di più. Sicilia, Campania, Sardegna e Abruzzo sono le regioni nelle quali le famiglie investono di più nel gioco d’azzardo. Il 6,5 del proprio reddito - in media - per limitarsi ai giochi legali. E a questo punto i conti dello Svimez cominciano a scricchiolare. Già, perché secondo l’Istat il reddito medio di una famiglia residente nel Sud Italia (isole comprese) è di 24,5 mila euro/anno. E il 6,5 per cento di questa cifra - bruciata al gratta e vinci e affini - è pari a circa 1.400 euro. Valore superiore al fabbisogno del Mezzogiorno per la voce energia, riscaldamento, combustibili (escluso trasporti). Circa 1.250 euro all’anno, sempre secondo la fonte Istat.
Dunque, quella censita dallo Svimez è una vera povertà energetica o è solo un marcar visita, complice anche la febbre del gioco?

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