19 luglio 2010 - Dal laboratorio alla serra, crescono le ambizioni delle alghe, destinate - nelle intenzioni dei ricercatori - alla produzione di biofuel in quantità ingenti e a costi competitivi. Il grande passo è stato compito da ExxonMobil e Synthetic Genomics che la scorsa settimana hanno annunciato l’apertura di una nuova struttura per passare a un livello più avanzato di ricerca e sperimentazione del proprio programma sui biocarburanti da alghe.
Si tratta - in effetti - di una serra che permette di riprodurre quelle condizioni reali che un semplice laboratorio non può certo garantire; in particolare in termini di volumi e quantitativi interessati. “Ci accingiamo a verificare - ha dichiarato Emil Jacobs, vicepresidente Ricerca e Sviluppo di ExxonMobil - se i biocarburanti da alghe possono davvero diventare un’opzione commercialmente valida e contribuire in maniera significativa a soddisfare la futura domanda di energia”.

“Nella nuova struttura - precisa una nota di ExxonMobil - i ricercatori esamineranno diversi metodi per la coltivazione delle alghe, come ad esempio in stagni aperti e in foto-bioreattori chiusi. Valuteranno varie tipologie di alghe, che includono sia quelle naturali che quelle sviluppate in laboratorio, in differenti sistemi di crescita e in un’ampia gamma di parametri ambientali, quali diversi livelli di luce, temperatura e concentrazione di sostanze nutritive. Studieranno anche altri aspetti del processo di produzione di carburante dalle alghe, compresi la raccolta e il recupero del bio-olio”.
È già stato programmato, inoltre, lo step successivo: l’apertura di un impianto di sperimentazione all’aperto, prevista nella metà del 2011. Se i riscontri saranno positivi, nei prossimi dieci anni al programma sui biofuel da alghe del colosso petrolifero americano potrebbero essere destinati oltre 600 milioni di dollari.

Sullo stesso argomento, Algae to energy - Nuova Energia  6-2009