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IL GIORNALIERO - Le rinnovabili inglesi restano a secco aspettando l’eolico offshore Stampa E-mail

30 giugno 2010 - La Gran Bretagna promette di fare sfracelli grazie all’eolico offshore. In attesa che il Mare del Nord si popoli di una flotta di gigantesche pale eoliche, però, il contributo delle rinnovabili resta per ora marginale. Nettamente al di sotto - giusto per sbandierare un pizzico di sciovinismo - della performance italiana.
Il Department for Energy and Climate Change (DECC) ha comunicato nei giorni scorsi che nel corso del 2009 le rinnovabili hanno coperto il 3,1 per cento della domanda primaria di energia inglese, valore in crescita dello 0,4 per cento rispetto al 2008 e dello 0,8 per cento rispetto al 2007. La situazione è quindi in positiva evoluzione, ma i livelli assoluti sono ad oggi ancora marginali: un quinto rispetto ai target fissati dall’Europa per il 2020.
Per quanto riguarda il settore elettrico, le rinnovabili garantiscono attualmente il 6,6 per cento dei consumi di kWh. La fonte di riferimento è l’eolico (37 per cento della green generation), seguita dall’idroelettrico (21 per cento) e dal gas da discarica (20 per cento). Per quanto riguarda il comparto del riscaldamento, le rinnovabili hanno attualmente una quota pari al 14 per cento, quasi del tutto imputabile alla combustione diretta delle biomasse.
Il vero problema riguarda invece il settore trasporti, nel quale i biofuel hanno ancora un peso del tutto trascurabile. Ed è anche il settore nel quale, chiaramente, sarà più difficile guadagnare terreno nei prossimi anni.

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