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IL GIORNALIERO - I ricercatori europei? Così amati e così poco credibili... Stampa E-mail

24 giugno 2010 - Il Giornaliero di ieri - Europei, popolo di scienziati, ambientalisti ed (ex) sportivi - ha dato voce a una ricerca Eurostat secondo cui i temi della science & technology (e a maggior ragione gli aspetti ambientali) sono ormai divenuti prioritari per la maggior parte dei cittadini comunitari.
C’è tuttavia un aspetto preoccupante che emerge da quello studio. Tanto sono amati i ricercatori europei (a parole molto più dei divi dello sport) quanto sono ritenuti poco credibili!
La maggioranza degli europei interpellati (il 58 per cento) ha dichiarato di avere seri dubbi sul fatto che scienziati e ricercatori possano dire il vero sui temi più controversi della scienza e della tecnologia, essendo asserviti all’industria. Letteralmente: depend more and more on money from industry. Solo il 16 per cento si è detto in disaccordo con questa affermazione.
È sconcertante rilevare come la teoria del ricercatore a rischio di essere prezzolato convinca il 70 per cento dei tedeschi e dei finlandesi, il 65 per cento dei francesi e degli svedesi, il 60 per cento degli olandesi e dei belgi. In Germania solo l’8 per cento dei residenti pensa che non ci siano condizionamenti da parte dell’industria. La diffidenza esce dai confini della Ue e raggiunge il 65 per cento in Norvegia, il 62 per cento in Svizzera, il 57 per cento in Islanda.
Praticamente proprio quelle nazioni che spesso vengono proposte come esempi per i risultati ottenuti nel campo della R&S e per gli elevati livelli di spesa, mostrano i livelli di diffidenza più elevati tra i cittadini. A puro titolo di cronaca, solo il 54 per cento degli italiani teme che l’ingerenza dell’industria possa far perdere credibilità alla ricerca.

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