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IL GIORNALIERO - Adesso Cuba, sedotta dalle rinnovabili, chiede aiuto all’Enea Stampa E-mail

19 giugno 2010 - L’elenco dei Paesi convertiti alle rinnovabili si era arricchito nei giorni scorsi dell’autorevole presenza della Russia, completando di fatto il mappamondo. Commentando il disastro della BP il presidente Dmitri Medvedev aveva infatti dichiarato: “Le compagnie energetiche russe devono crescere e sviluppare nuove tecnologie e nuovi tipi di energia”. Una frase obiettivamente sibillina che i supporter delle fonti verdi avevano comunque subito fatto propria e interpretato come un’apertura decisa alle rinnovabili. E poco importa che anche i nuclearisti abbiano fatto altrettanto, leggendo invece in quella frase un assist all’atomo.
Mancava dunque solo Cuba tra le nazioni di un certo peso (per lo meno in termini di estensione geografica e di popolazione residente). Ora quel gap è stato colmato. Durante l’incontro interimprenditoriale Cuba-Italia che si è svolto ieri presso l’Enea è stato infatti annunciato che nell’ambito della modernizzazione della rete, il governo di Cuba attribuisce un ruolo strategico alle fonti rinnovabili, e in particolare alle biomasse, al fotovoltaico, al solare termico ed all’eolico, alla generazione distribuita ed alle tecnologie per l’efficienza energetica. In pratica, tutto lo scibile di settore, con la sola esclusione dell’idroelettrico.
Un’opportunità che l’Italia non vuole certo farsi scappare. “Già negli anni scorsi l’Enea aveva promosso diverse iniziative formative - ha dichiarato il commissario dell’Enea Giovanni Lelli - per fornire supporto tecnologico allo sviluppo delle rinnovabili. In virtù di questi rapporti, l’Enea è ora un partner di primo piano per Cuba per contribuire con lo sviluppo delle rinnovabili ad uno sviluppo economico sostenibile dell’isola”.

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