a cura di Giorgio Stilus


Primavera 1990. Prima le elezioni amministrative (nel tipico costume italico, considerate alla stregua delle politiche, almeno dai vincitori).
Poi i Mondiali di calcio disputati in Italia, con gli immancabili problemi di sicurezza e buona pace per chi oggi si sdegna della scelta del turbolento Sudafrica: Un’ora di guerriglia sulla festa mondiale (Corriere della Sera, 9 giugno); A Milano lunga notte in balia dei vandali (Corriere della Sera, 12 giugno).
Nel mezzo, una pioggia (acida, visto il mancato raggiungimento del quorum) di referendum, l’emergere dei pruriti anti-nazionalisti della Lega (Prima siamo lumbard e poi italiani, Corriere della Sera, 10 maggio), il riacutizzarsi dell’emergenza rifiuti (in Lombardia) e la ventilata necessità di una nuova stagione di sacrifici (E ora uno sforzo straordinario. Il monito di Ciampi sulla spesa statale, Corriere della Sera, 1° giugno). Il tutto con l’ambiente tenuto sotto scacco dai CFC - vent’anni fa decisamente più temuti dalla CO2 - per combattere i quali si stimava di dover stanziare 100 miliardi di dollari (Sole 24 Ore, 22 giugno).
In un contesto così ricco e movimentato non c’è da meravigliarsi troppo del fatto che le attenzioni per i temi energetici, nei mesi di maggio e giugno 1990, siano rimaste circoscritte a un ruolo di nicchia. Con qualche autorevole eccezione. [...]

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