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PAUSA-ENERGIA
 
Rinnovabili termiche, un potenziale tutto da scoprire Stampa E-mail

di Andrea Molocchi, responsabile Studi Amici della Terra


Occhi puntati alla scadenza di fine giugno, termine entro il quale la Direttiva 2009/28/CE chiede all’Italia di adottare il Piano d’azione nazionale per le fonti rinnovabili. Fra i vari compiti, il Piano dovrà formulare gli obiettivi al 2020 nei settori del riscaldamento e dell’elettricità, ovvero due dei tre ambiti di applicazione della direttiva.
Come noto, il 10 per cento di rinnovabili da conseguire nei trasporti è fissato dalla stessa direttiva, così come l’obiettivo generale per l’Italia del 17 per cento sui consumi finali lordi di energia. A nostro parere il Piano non potrà eludere alcuni requisiti di efficacia: oltre a valutazioni di potenziale realizzate sul territorio, che per ovvie ragioni richiedono un passaggio attraverso le Regioni, il Piano dovrà ispirarsi a criteri di efficienza economica, di prevenzione degli impatti ambientali (effetti paesaggistici e consumo di territorio di alcune filiere come l’eolico, le biomasse dedicate e il solare a terra; inquinamento atmosferico dovuto alle emissioni della combustione delle biomasse), criteri di sostegno alla trasformazione e sviluppo dell’industria nazionale - anche nei mercati esteri - e di massimizzazione dei benefici occupazionali. [...]

LE RAGIONI PRO-RINNOVABILI TERMICHE NELLA DIRETTIVA EUROPEA
Facciamo un passo indietro, per capire perché tanta enfasi su un settore sinora considerato la Cenerentola delle rinnovabili, schiacciato da un decennio di politiche comunitarie a favore delle rinnovabili elettriche da un lato e dei biocarburanti dall’altro (rispettivamente direttive 77/2001 e 30/2003).
La nuova direttiva 28/2009, oltre a ricomprendere il nuovo settore applicativo del riscaldamento/raffrescamento, effettua una scelta di contabilità dell’energia rinnovabile che è decisiva: l’energia elettrica da fonti rinnovabili deve essere contabilizzata in termini di consumi finali (e non di consumi primari evitati di energia fossile, come sarebbe stato lecito attendersi in un quadro di politiche di riduzione dei gas serra) ed è quindi equiparata all’energia da fonti rinnovabili consumata per riscaldamento.
Questa scelta, controversa in fase di elaborazione della direttiva, ha sollevato molte polemiche anche in Italia. [...]

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