14 giugno 2010 - Verdi, ma soprattutto DOC! La Commissione europea punta all’istituzione di specifici sistemi di certificazione per i biocarburanti che saranno utilizzati dai 27 Paesi dell’Unione. Perché non è affatto scontato che rinnovabile sia sempre sinonimo di sostenibile.
Il Pacchetto adottato lo scorso 10 giugno è costituito da due comunicazioni e una decisione incentrate sui criteri di sostenibilità dei biocarburanti. Nello specifico, la prima comunicazione riguarda i sistemi volontari e i valori standard nei biocarburanti dell'UE e il sistema di sostenibilità dei bioliquidi; la seconda concerne l'attuazione pratica del regime UE di sostenibilità per i biocarburanti e i bioliquidi e le norme di calcolo per i biocarburanti. Infine, la decisione che riguarda gli orientamenti per il calcolo degli stock di carbonio nel suolo.
In pratica? L’industria, i governi e le ONG dei Paesi membri dovranno istituire dei sistemi volontari di certificazione, ispirati a criteri stabiliti dalla stessa Ue e sottoposti poi alla valutazione di revisori indipendenti chiamati ad esaminare l'intera catena di produzione, dall'agricoltore al distributore.
La stessa Commissione precisa che i biofuel non potranno essere ottenuti da materie prime provenienti da foreste tropicali o da aree deforestate di recente, da torbiere drenate, zone umide o aree ad elevata biodiversità; la conversione di una foresta in una piantagione di palme da olio sarebbe in contrasto con i requisiti di sostenibilità.
Viene anche ribadito il principio secondo cui unicamente i biocarburanti che consentono di risparmiare grandi quantità di gas a effetto serra valgono ai fini degli obiettivi nazionali: i biocarburanti devono consentire un risparmio di gas a effetto serra rispetto a i combustibili fossili del 35 per cento, che salirà al 50 per cento nel 2017 e al 60 per cento (per i biocarburanti prodotti da nuovi impianti) nel 2018.