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IL GIORNALIERO - Il 2009 ha messo nel “frullatore” i trend del settore energia Stampa E-mail

11 giugno 2010 - La crisi internazionale dello scorso anno ha messo il calendario (dell’energia) nel frullatore. Il 2009 - così come risulta dal BP Statistical Review of World Energy pubblicato nei giorni scorsi - ha, infatti, stravolto i trend di sviluppo delle singole fonti e si è messo in luce per una serie di anomalie senza precedenti.
I consumi primari di energia? Hanno subito un regresso dell’1,1 per cento, il più sostanzioso declino a partire dal 1980! La produzione di petrolio assicurata dall’Opec? In caduta libera del 7,3 per cento. Per ritrovare una contrazione di questa portata occorre risalire al 1983. E la crisi del gas, fonte costretta a un ridimensionamento del 2,1 per cento? La peggiore che si ricordi, e i ricordi risalgono al Dopoguerra.
Sale sulla macchina del tempo anche il carbone. Nel 2009 si aggiudica una quota mercato sul totale dei consumi energetici mondiali pari al 29,4 per cento. E, manco a dirlo, è un altro record storico: mai così alto dal 1970 in avanti.
Tutto sommato la meno squilibrata delle fonti risulta essere il nucleare. I consumi di uranio nel 2009 risultano in calo dell’1,3 per cento rispetto al 2008 e si allineano ai valori del 2002. Anche l’idroelettrico non perde la testa e, grazie all’entrata in funzione di nuovi impianti in giro per il mondo, raggiunge il livello record nella storia di questa fonte segnando una crescita dell’1,5 per cento rispetto al 2008.

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