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IL GIORNALIERO - Negli Usa sono sempre più di moda le pale eoliche lillipuziane Stampa E-mail

10 giugno 2010 - Affermare che il mercato americano dell’eolico sia a dir poco bizzarro non coglie certo di sorpresa (vedi il Giornaliero del 5 giugno scorso, L’eolico a stelle e strisce rinnega Eolo per Bacco). Fa ugualmente piacere, però, trovare delle chiare conferme.
Nel Paese in cui tutto sembra dover essere smodato, dalla cilindrata delle auto ai formati degli hamburger nei fast food, proprio per l’eolico - invece - sembra valere la formula opposta: piccolo è bello! Lo rileva uno studio dell’EERE (l’ufficio per l’Energy Efficiency and renewable energy del Dipartimento americano per l’energia) secondo il quale il vero fenomeno del 2009 riguarda proprio lo sviluppo delle turbine di piccola taglia, quelle pari o inferiori ai 100 kW di potenza.
“Nel 2009 questa tipologia di prodotto - spiegano gli esperti dell’EERE - ha registrato una crescita del 15 per cento rispetto al 2008, anno che, a sua volta, aveva beneficiato di un più 78 per cento rispetto al 2007. Nel complesso si è trattato di un mercato da 9.800 macchine”.
Secondo l’Awea, attualmente sarebbero in funzione negli Stati Uniti 100 mila small turbine, per complessivi 100 MW. Un dato interessante, che dimostra come la potenza media sia di appena un kW! Praticamente una pala eolica tascabile... L’obiettivo è comunque quello di raggiungere il GW di potenza installata entro la fine del 2015.
Altrettanto interessante il dato inerente il mercato. I due terzi della produzione mondiale di piccole e piccolissime turbine eoliche è oggi made in Usa. Nel complesso, sono poco meno di 100 le aziende a stelle e strisce impegnate in questo business.

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