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IL GIORNALIERO - Non è solo merito della crisi il taglio delle emissioni europee Stampa E-mail

4 giugno 2010 - L’Europa, da oggi, sembra essere un po’ più vicina a Kyoto. I dati sulle emissioni pubblicati dall’Agenzia europea dell’ambiente sono, al riguardo, incoraggianti. Nel 2008, anno in cui ancora la crisi economica non si era espressa nella sua piena virulenza - il Pil su base annua risultava comunque in crescita dello 0,6 per cento - la Ue a 15 è riuscita a ridurre le emissioni di gas serra dell’1,9 per cento. L’obiettivo di tagliare mediamente le emissioni dell’8 per cento nel periodo 2008-2012 rispetto all’anno di riferimento (nella maggior parte dei casi, il 1990) appare adesso alla portata del Vecchio Continente. Siamo infatti già a quota meno 6,9 per cento. E la pesante recessione del 2009 dovrebbe fare il resto...
Ancora meglio sembrano aver fatto i Paesi di recente ingresso nella Ue: se si considera la riduzione nell’Unione a 27 Paesi spicca, in effetti, un meno 11,3 per cento con un calo medio del 2 per cento annuo, nell’ultimo quinquennio.
Più che soddisfatto il commento della Commissaria Europea - Connie Hedegaard - che ha dichiarato: “Le riduzioni del 2008 non sono dovute soltanto ai primi sintomi della crisi finanziaria, ma sono anche il risultato di una serie di politiche ambiziose che l’Unione europea e i suoi Stati membri hanno attuato nel corso degli anni e i cui effetti diventano sempre più evidenti. Per tener fede all’impegno di ridurre le emissioni dell’Unione europeo almeno del 20 per cento entro il 2020, e dell’80-95 per cento entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990, dobbiamo e intendiamo proseguire la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio”.

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