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IL GIORNALIERO - Usa: rinnovabili meno discontinue se le utility “fanno squadra” Stampa E-mail

1 giugno 2010 - Smart grid... e smarter utility. Difficile pensare allo sviluppo massiccio delle rinnovabili senza prevedere, in parallelo, investimenti adeguati nel settore della trasmissione. Ma accanto a reti più intelligenti serviranno anche operatori elettrici più furbi! Una maggiore cooperazione tra utility e la definizione di strategie comuni e condivise potrebbe, infatti, dare risultati fino ad oggi inattesi.
Il National Renewable Energy Laboratory (NREL) degli Stati Uniti è giunto a questa conclusione, presentando un interessante caso studio per l’area Ovest degli Usa. L’ipotesi di base è quella di poter garantire il 30 per cento del fabbisogno di energia elettrica dell’area attraverso lo sfruttamento delle rinnovabili: 25 per cento di eolico e 5 per cento di solare, essenzialmente termico a concentrazione.
“Fino ad oggi - spiegano gli esperti del NREL - questo scenario era accompagnato dalla previsione di dover comunque realizzare importanti investimenti in potenza tradizionale come back up e in nuove reti di trasmissione. Per quanto riguarda la parte occidentale degli Stati Uniti, in realtà, passando da una visione locale ad una sopranazionale, è altamente improbabile che si verifichino contemporaneamente e su tutto il territorio preso in esame condizioni di bassa ventosità e insolazione assente, senza che la mancata produzione verde possa essere coperta da centrali termiche tradizionali già oggi esistenti”. Secondo il NREL la criticità massima potrebbe essere circoscritta a sole 89 ore all’anno: circa l’1 per cento del totale.
È chiaro, comunque, che per far funzionare un sistema così concepito occorrerebbe creare una nuova rete di smart planning and cooperation tra le diverse utility presenti (ad oggi ancora piuttosto restie a collaborare e troppo spesso chiuse sul proprio ambito territoriale).
“Se si raggiungesse questo obiettivo di massima collaborazione - proseguono gli esperti del NREL - non sarebbe neppure necessario costruire nuove linee di trasmissione tra i vari Stati. Quelle esistenti sarebbero già idonee a supportare il previsto flusso di energia da fonte rinnovabile, se le utility fossero davvero in grado di condividere la capacità di trasporto attuale”.

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