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IL GIORNALIERO - E se la liberalizzazione non fosse la cura migliore per ridurre i prezzi? Stampa E-mail

29 maggio 2010 - Provocazione (non certo gratuita, visto il contesto): e se la liberalizzazione non fosse la cura migliore per ridurre i prezzi dell’energia? Sul tema si potrebbero (e dovrebbero) scrivere complessi trattati e non è certo nello spazio di un Giornaliero che si può affrontare seriamente la questione. Però c’è un dato di fatto che non è necessariamente una semplice coincidenza. L’Europa - e le stesse aziende del settore europee entrate sul nostro mercato - ci loda per come abbiamo condotto il processo nel settore elettrico. Eppure, le nostre tariffe restano fuori quota rispetto alla media dell’Unione.
Invece, sul fronte gas, non mancano le critiche e gli appelli per una reale transizione dal monopolio al libero mercato. Ma, in quel caso, i nostri prezzi sono perfettamente allineati al resto d’Europa.
Partiamo dal kWh. Secondo gli ultimi dati Eurostat solo i cittadini danesi e tedeschi in Europa pagano l’energia elettrica più degli italiani. In Italia il prezzo di riferimento è di circa 20 euro per 100 kWh rispetto ai poco più di 16 della media europea e ai circa 13 della Francia (non sarà mica merito anche del nucleare?). Cambia poco per i consumatori industriali. L’Italia si conferma il terzo Paese più costoso, superato solo da Slovacchia e Cipro, nazioni con le quali - notoriamente - la nostra industria deve confrontarsi...
Ben diversa la situazione nel comparto gas. L’Italia è esattamente allineata con la media della UE a 27 - un’eccezione nel nostro panorama - per quanto riguarda le tariffe praticate al consumatore finale. Se il cliente è invece l’industria, siamo addirittura meno cari della media comunitaria e, comunque, le nostre tariffe si posizionano al di sotto di quelle francesi, tedesche, olandesi... giusto per regalarci un pizzico di competitività in più.
Forse la mancata piena liberalizzazione del settore gas non c’entra nulla con le nostre tariffe relativamente a buon mercato. Ma è sicuro che, almeno per ora, nel settore elettrico l’uscita dal monopolio non ha regalato gli sconti che il Decreto Bersani aveva fatto intendere.

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