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IL GIORNALIERO - Il mercato dei wafer non conosce la legge delle economie di scala Stampa E-mail

24 maggio 2010 - Economie di scala da una parte, tradizionale legge della domanda e dell’offerta dall’altra. Il settore del fotovoltaico sembra essere ancora oggi combattuto su quale principio dell’economia seguire. Quello secondo cui l’aumento delle produzioni in termini di ordini di grandezza non può che spingere i prezzi al ribasso, proprio per il generarsi di economie di scala. Oppure, la legge secondo la quale finché la richiesta preme oltre le possibilità della domanda di soddisfarla... i listini non possono far altro che aumentare. I supporter del solare, chiaramente, giurano di ispirarsi unicamente alla prima. Tuttavia, una notizia che rimbalza da Taiwan lascia qualche dubbio.
Un’indagine condotta su due grandi operatori - Sino-American Silicon Products (SAS) and Green Energy Technology (GET) - avrebbe infatti evidenziato un aumento delle quotazioni dei wafer di silicio pari al 15 per cento da inizio anno, con la possibilità di un ulteriore ritocco al rialzo del 2-3 per cento nel mese di giugno. Il prezzo è espresso, naturalmente, in dollari. E considerando il crollo dell’euro nell’ultimo semestre si traduce, inevitabilmente, in una lievitazione dei costi ben maggiore all’interno del Vecchio Continente. La ragione è elementare. Dalla metà del 2009 le fabbriche locali lavorano a pieno ritmo, senza per altro poter evadere tutti gli ordini richiesti (un buon 30 per cento della domanda, pare, non possa essere soddisfatto). La condizione di shortage è divenuta quindi cronica e permette di agire sulla leva del prezzo.
Per il momento sembra, invece, che i prezzi finali dei moduli fotovoltaici pronti per essere installati all’interno dell’Europa non abbiano subito variazioni. Ma dalle stesse aziende produttrici giunge una pressante richiesta per ridimensionare i costi dei wafer. Altrimenti...

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