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IL GIORNALIERO - Usa: la crisi si conferma come primo fattore di riduzione delle emissioni Stampa E-mail

22 maggio 2010 - Il Dipartimento per l’energia degli Stati Uniti lo ha ammesso senza usare mezzi termini: economic downturn is good! La crisi è positiva, almeno dal punto di vista della lotta ai cambiamenti climatici.
Infatti, gli ultimi aggiornamenti confermano che negli States il 2009 si è chiuso con un calo delle emissioni - imputabili al settore energy - del 7 per cento: 405 milioni di tonnellate in meno. Merito anche delle politiche di razionalizzazione dei consumi e della strada intrapresa verso un’economia low carbon. Senza la crisi, però, risultati del genere sarebbero stati improponibili.
Scendendo nel dettaglio, gli esperti del DOE hanno stimato che al calo dell’intensità energetica vanno attribuiti 2,3 punti percentuali di riduzione delle emissioni; altri 2,4 punti percentuali sono stati garantiti da una minore intensità carbonica nel mix energetico. Come a dire, maggiore utilizzo delle rinnovabili e switch dal carbone al gas naturale.
La crisi, dal canto suo, ha causato - invece - un calo dei consumi pro capite di energia pari al 3,3 per cento. Nel frattempo, però, la popolazione a stelle e strisce ha beneficiato di un sensibile aumento (più 0,9 per cento) in termini numerici. L’effetto combinato di questi due fattori è stato una contrazione del 2,4 per cento delle emissioni. Superiore, anche se di frazioni di punto, rispetto a quella garantita dai progressi in termini di intensità energetica.
Interessante anche analizzare come si sono mossi i singoli settori. L’industriale (e non è una sorpresa) mostra un crollo dei consumi; anche il comparto trasporti viaggia in discesa, essenzialmente per un minor uso dell’auto da parte dei cittadini e per un calo del traffico merci, visto che il 95 per cento dell’energia “bruciata” negli Usa nel comparto è fornita dal petrolio e la mobilità alternativa è per ora una goccia nel mare (vedi il Giornaliero del 10 maggio 2010 - Più rari di una mosca bianca i veicoli verdi a stelle e strisce). Commerciale e residenziale invece hanno tenuto, nonostante la crisi.

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