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IL GIORNALIERO - Anche l’Eni crede nel fotovoltaico... che verrà Stampa E-mail

13 maggio 2010 - Domani sì adesso no... Nelle strategie energetiche di Eni non sembra esserci alcuno spazio per l’attuale fotovoltaico. Eppure... Lo stesso Paolo Scaroni ha promesso un cambio di rotta qualora si dovesse verificare un reale salto tecnologico. E per non agire come gli antinuclearisti, che promettono di tornare sui loro passi solo in presenza di una (fantomatica) IV generazione, ha anche messo sul tavolo un assegno da 50 milioni di dollari. Una sorta di credibile e reale caparra sul futuro fotovoltaico del cane a sei zampe.
Il tavolo è quello dei centri di ricerca del Mit, dove sembra che le novità allo studio siano parecchie e decisamente rivoluzionarie... “Se solo il 10 per cento di quello che ho visto si materializzerà - ha dichiarato lo stesso Scaroni - l mondo dell’energia cambierà radicalmente”. Ed è proprio per favorire quel cambiamento radicale soprattutto nel settore solare che dei 50 milioni stanziati dall’Eni ben 25 saranno destinati al fotovoltaico.
Intervistato dalla Technology Review del Mit Scaroni ha confermato di non vedere, al momento un concorrente del petrolio nel fotovoltaico.
“Non conosco i numeri dell’America - ha dichiarato - ma ho familiarità con quelli dell’Europa. E da noi, a seconda del Paese e del contesto, l’energia solare costa ancora da quattro a sei volte più di quella da combustibili fossili. Abbiamo certamente bisogno di un breakthrough. E questo salto di qualità ci sarà solo se riusciremo a rimpiazzare il silicio, cambiando del tutto le attuali prospettive commerciali”.
Non sono così sicuro che il consumatore sia disposto a pagare di più l’energia verde. La vera variabile è il prezzo del barile. Il petrolio a buon mercato è il principale nemico delle rinnovabili e se dovesse, ad esempio, scendere sulla soglia dei 30 dollari, il fotovoltaico odierno sarebbe morto”.
Aspettando il fotovoltaico che verrà, dunque, l’Eni sta investendo in ricerca. E nel frattempo non rinnega affatto l’oil&gas, convinta del fatto sarà il petrolio a guidare la politica energetica mondiale dei prossimi anni. Almeno fino a quando dai laboratori del Mit non si materializzerà il miracolo.

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