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Terna, la rete motore di sviluppo per il Paese Stampa E-mail

Il nuovo Piano Strategico
2010-2014 prevede
una crescita
degli investimenti
da 3,4 a 4,3
miliardi di euro

Nuovi cantieri, investimenti a nove zeri, avvicinamento delle due sponde del Mediterraneo, riduzione dell’impatto ambientale delle infrastrutture per il trasporto energetico, aumento dell’efficienza. Sono molti gli obiettivi che Terna si è posta per i prossimi anni e che ha ufficialmente presentato alla comunità finanziaria - ottenendo riscontri più che positivi - lo scorso 18 febbraio, in occasione del lancio del Piano Strategico 2010-2014.
La domanda di nuove reti - chiara e pressante in una realtà energetica tuttora in forte evoluzione come quella italiana - sembra dunque aver trovato una risposta ambiziosa e precisa. Qualche dato in merito. Il piano di sviluppo, con orizzonte 2019, prevede un investimento complessivo pari a 6,9 miliardi di euro e la realizzazione di 5 mila chilometri di nuove reti tecnologiche, in parallelo alla dismissione già programmata di circa 1.200 chilometri di linee ormai obsolete.
Uno dei risultati più evidenti di tale sforzo riguarderà lo sbottigliamento di una produzione compresa tra i 5 e i 9 mila MW, un valore equivalente al consumo di picco di quattro città come Roma. In termini economici questo passaggio consentirà un risparmio annuo in bolletta di 1,2 miliardi di euro e si tradurrà in un calo delle emissioni di anidride carbonica di circa 5 milioni di tonnellate/ anno. Il solo risparmio energetico, misurato in termini di minori perdite, è stimato in 1,2 TWh l’anno; quanto consumato da 200 mila italiani.

I NUMERI CHIAVE
DEL PIANO 2010-2014

Questa la vision di lungo periodo. I dettagli degli obiettivi di medio termine, come detto, sono stati messi nero su bianco nel Piano Strategico 2010-2014. “Nei prossimi 5 anni - si legge nel documento - saranno investiti 4,3 miliardi di euro, principalmente per lo sviluppo della rete, con una crescita di 900 milioni di euro, pari al più 26 per cento, rispetto a quanto annunciato nel Piano precedente (3,4 miliardi di euro). Gli investimenti per le interconnessioni con l’estero passano da meno di 100 milioni dello scorso Piano ai circa 650 milioni dell’attuale. A questi si aggiungono gli oltre 300 milioni di investimenti per il progetto fotovoltaico”.
Quest’ultimo è un significativo esempio di diversificazione degli investimenti, uno dei driver della politica di Terna. Il progetto prevede, infatti, la valorizzazione di alcuni terreni adiacenti alle stazioni elettriche attualmente non utilizzati, ed è finalizzato alla realizzazione di impianti di generazione fotovoltaica di piccola taglia con un obiettivo di 100 MW di potenza cumulata.
Per tagliare - rispettivamente nel 2015 e nel 2019 - traguardi così ambiziosi, già nel corso del 2010 sono stati previsti massicci investimenti. Anzi, proprio il 2010 sarà probabilmente ricordato come l’anno del massimo sforzo in termini di investimento per l’adeguamento della rete.

MEZZOGIORNO AL CENTRO
DELLA STRATEGIA DI CRESCITA

In occasione della presentazione del Piano, infatti, illustrando progetti e obiettivi Terna non ha coniugato solo verbi al futuro.
Per il presente, ad esempio, ha ricordato i 300 cantieri già attivi in tutta Italia per la realizzazione di opere del valore complessivo di 860 milioni di euro. Cinque mila posti di lavoro che vogliono dire parecchio in una fase dell’economia ancora piuttosto critica, non solo a livello nazionale.
È stato annunciato che il valore delle opere pronte a partire supera il miliardo di euro, con 450 milioni di euro da cantierare subito e circa 900 milioni di investimento che attendono solo l’autorizzazione per avviare i lavori.
Uno sforzo che sta portando anche tangibili benefici in termini occupazionali: raddoppieranno le persone impiegate nella realizzazione delle nuove opere, arrivando a 10.000 lavoratori al giorno; le imprese coinvolte, in gran parte italiane, saliranno a 200, senza contare le subforniture di cui queste si avvalgono.

Oltre 200 imprese
e 10 mila lavoratori
coinvolti nel piano
di sviluppo della
rete Terna: un volano per l'economia

In questo progetto di crescita il Mezzogiorno avrà un ruolo centrale. Oltre il 70 per cento degli investimenti di sviluppo sono concentrati al Centro-Sud per lo sbottigliamento della rete e la connessione delle fonti rinnovabili. Su tutti, spiccano due progetti davvero degni di nota, due cavi da record per Terna e più in generale per il sistema elettrico nazionale: si tratta del Sapei (acronimo di Sardegna-Penisola Italiana) e il collegamento Sorgente-Rizziconi, destinato a diventare la più lunga linea sottomarina in corrente alternata al mondo, con un tratto di 38 chilometri sotto le acque del Tirreno che aggira lo stretto di Messina.
Il Sapei detiene già oggi il record del più lungo ponte elettrico del Mediterraneo, con 435 chilometri che collegano Latina a Fiume Santo, ed è anche l’elettrodotto sottomarino più profondo del mondo. Il primo polo è già stato completato, il secondo lo sarà entro la fine del 2010. In termini di investimenti, il Sapei - con 750 milioni di euro - sopravanza di poco la Sorgente-Rizziconi, con 710 milioni. Uno sforzo finanziario che produrrà risultati tangibili sulle bollette dei consumatori italiani. Si stima, infatti, che l’entrata in funzione a regime dei due nuovi elettrodotti comporterà un risparmio annuo pari a 125 milioni di euro.
Guardando al di fuori dei nostri confini, di assoluto rilievo sono altre due interconnessioni con la Francia e con il Montenegro per complessivi 2.000 MW.

BALCANI E FRANCIA
LA PROSSIMA FRONTIERA

Vale la pena aggiungere qualche dettaglio tecnico su queste ultime due opere. L’interconnessione tra Italia e Montenegro rappresenta il primo ponte elettrico con i Balcani, un’area destinata a diventare sempre più strategica nel quadro della geopolitica energetica europea e che già oggi può vantare ingenti risorse idriche e giacimenti di lignite.
L’opera prevede un investimento complessivo pari a 760 milioni di euro e collegherà Villanova in Abruzzo con Tivat in Montenegro attraverso 375 chilometri di cavo sottomarino e 75 chilometri in connessione terrestre. La massima capacità di trasporto sarà pari a 1.000 MW, comunque sviluppabile per ulteriori 1.000. Già oggi il Montenegro è al centro di una importante rete di collegamento con gli Stati limitrofi: sono attivi collegamenti con la Bosnia-Erzegovina, la Serbia, il Kosovo, la Bulgaria e la Romania (via Serbia).

Lo scorso 2 dicembre 2009 Terna ha avviato l’iter autorizzativo per la parte italiana del nuovo cavo; il 6 febbraio di quest’anno è stato firmato l’accordo intergovernativo tra Italia e Montenegro.
Non meno rilevante la portata della connessione transalpina. Tra le caratteristiche tecniche ed economiche dell’opera spicca il valore dell’investimento (540 milioni di euro per la parte italiana, di cui la metà a carico di Terna), le sue dimensioni (190 chilometri tra Piossasco in Piemonte e Grand’Ile in Savoia, di cui 95 di tratto italiano e con oltre 72 chilometri lungo l’autostrada A32 e la Galleria di servizio del Frejus), la massima capacità di trasporto (pari a 1.000 MW), i vantaggi che potrà portare sulle bollette degli italiani (risparmi stimati per 37 milioni di euro l’anno sugli oneri di approvvigionamento).
Lo scorso 19 ottobre Terna e Transenergia, società partecipata da SITAF e da CIE, hanno presentato congiuntamente al Ministero dello Sviluppo Economico, la domanda di autorizzazione.
Un volta ultimate ed entrate in esercizio queste due nuove tratte, saranno 20 le autostrade dell’energia che collegano il Sistema Italia con i Paesi confinanti. Numeri che rendono sempre più plausibile il progetto strategico di fare dell’Italia un hub elettrico del Mediterraneo. Ulteriori progetti sono per altro allo studio, in collaborazione con i TSO frontalieri, in particolare per quanto riguarda nuovi elettrodotti con la Slovenia, la Tunisia e la Croazia.

LA RISPOSTA POSITIVA
DEI MERACTI FINANZIARI

Non è mancato - come detto - il riconoscimento da parte dei mercati finanziari. Nel 2009, annus horribilis per molte utility europee, proprio Terna ha saputo muoversi in netta controtendenza.
Lo scorso anno è stato infatti contraddistinto da una crescita a doppia cifra degli indicatori economici, con ricavi per oltre 1.360 milioni di euro, in aumento del 13,8 per cento rispetto al 2008, margine operativo lordo che supera il miliardo di euro, con un incremento del 18 per cento rispetto al 2008 e investimenti a quota 900,4 milioni di euro, in crescita del 17,7 per cento rispetto al 2008 e più che quadruplicati rispetto al 2003. “Terna ha mantenuto le promesse in un anno molto difficile - ha dichiarato l’Amministratore Delegato Flavio Cattaneo - con un risultato anche al netto della plusvalenza di oltre 400 milioni di euro, derivante dalla vendita di Terna Participações, molto importante in termini di efficienza e capacità di creare valore per gli azionisti”.
Questi risultati sono stati ottenuti anche grazie alla capacità di reazione nei confronti delle criticità del mercato. Tre, nel dettaglio, le direttrici scelte dal management di Terna: la crescita degli investimenti, il meccanismo di mitigazione degli effetti congiunturali della domanda elettrica sui ricavi (introdotto dal Regolatore, che ha così riconosciuto la natura infrastrutturale di Terna) e le operazioni di merger&acquisition.
In particolare, con il perfezionamento dell’acquisizione, a sconto, dei 18.000 chilometri di rete Enel che hanno aumentato del 43 per cento gli asset gestiti, Terna è diventata il primo operatore indipendente europeo e il settimo assoluto del mondo in termini di chilometri di linee.
L’apporto straordinario della vendita degli asset brasiliani, inoltre, ha generato una plusvalenza di 417 milioni di euro. Nel 2009 Terna si è anche distinta come migliore utility europea per rendimento in Borsa ed è stato l’unico titolo del FTSE MIB a chiudere l’anno ai massimi storici. Anche nei primi mesi del 2010 la società è stata premiata dai mercati finanziari con rialzi consistenti.

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