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IL GIORNALIERO - La green economy? Solo 20 anni fa era considerata un tagliatore di teste! Stampa E-mail

15 aprile 2010 - Da rovina famiglie a potente antidoto contro la crisi. Ne ha fatta di strada la green economy americana dal 1990 ad oggi. La cosa coglierà, probabilmente, molti di sorpresa ma esattamente 20 anni fa negli States infuriava il dibattito su quante centinaia di migliaia di posti di lavoro avrebbe bruciato la svolta ecologista di Bush.
Il Corriere della Sera del 9 aprile dedicava al tema un articolo di prima pagina firmato da Gianni Riotta: L’aria pulita crea in Usa migliaia di disoccupati. Allarme per la severa legge anti inquinamento che cancellerà un gran numero di posti. Per gli esperti citati dal quotidiano di Via Solferino, in soli sei Stati - Illinois, Indiana, Michigan, Ohio, Pennsylvania, West Virginia - ben 738 mila posti di lavoro venivano considerati a rischio.
Ironico, al riguardo, il commento del Wall Street Journal: la lobby verde è composta da gente della buona società che non si cura dei lavoratori; tiene più ai barbagianni che alle famiglie degli operai.
Il 15 aprile, una nuova stoccata, sempre da parte del Corriere: I caduti della crociata verde. L’ombra della disoccupazione su ottocentomila lavoratori Usa. La nuova severissima legge antinquinamento varata dal Senato costerà una pesantissima ricaduta sociale. Stimata da Business Week in 21 miliardi di dollari.
E questa valutazione, insisteva il Corriere, potrebbe rivelarsi ottimistica. Per alcuni economisti americani l’impatto sull’economia sarà drammatico: sono in pericolo almeno due milioni di persone se la Camera voterà la versione restrittiva della legge.

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