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IL GIORNALIERO - Gas: anche i Paesi Bassi tra i candidati europei al ruolo di hub energetico Stampa E-mail

14 aprile 2010 - A qualcuno piace hub... Da qualche tempo a questa parte la politica energetica internazionale sembra aver riscoperto l’importanza dei nodi di smistamento dei grandi flussi di energia. E, inevitabilmente, è iniziata la corsa al ruolo di Paese hub.
Solo nell’ultimo anno, e limitando lo sguardo all’Europa, la lista dei candidati è apparsa a dir poco nutrita. A parole l’Italia sembra essere uno dei più accreditati: nei discorsi di Scajola il termine appare con una frequenza pari solo a quella della parola nucleare. Ma anche i vicini scalpitano.
La Turchia ha ribadito più volte di voler entrare a far parte della Ue portando in dote le sue peculiari caratteristiche di energy hub for Europe. L’Hellenic Gas Transmission System Operator ha rilanciato, rivendicando per la Grecia il ruolo di energy hub per il Sud Est Europa. E la stessa Croazia, sempre più spesso, insiste per diventare la porta preferenziale tra la regione balcanica e il cuore del Vecchio Continente.
Ora, a sparigliare le carte, ci si è messa pure l’Olanda che ha ufficializzato il suo progetto di divenire la rotatoria europea del gas.
“La rete olandese di gasdotti - ha dichiarato Marcel Kramer, presidente della società Gesunie, responsabile delle locali infrastrutture del gas - non è affatto una rete chiusa. Nonostante le riserve interne, i Paesi Bassi dovranno importare nel futuro sempre più gas. Potremo poi usare la nostra rete come hub, una specie di rotatoria per far transitare il gas in altri Paesi”. La posta in gioco non è di poco conto, come ha sottolineato lo stesso Kramer. “Tale funzione di rotatoria per il transito del gas - ha affermato - sarebbe una fonte di guadagno di qualche centesimo per metro cubo...”.

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