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IL GIORNALIERO - Oltre la Muraglia: l’eolico cinese va alla conquista del mare aperto Stampa E-mail

7 aprile 2010 - È pronta al debutto una nuova centrale da 102 MW. Trattandosi di un’installazione che fa capo alla Grande Muraglia, in un Paese nel quale per finire sui giornali occorre per lo meno superare la taglia del GW, non sembra certo una grande notizia. Lo è, in realtà, poiché si tratta della prima fattoria eolica offshore realizzata sul delta del fiume Yangtze, vicino a Shanghai. Nel giro di pochi anni dovrebbe seguire l’inaugurazione di altre due o tre wind farm in mare aperto, per una potenza complessiva superiore ai 1.000 MW.
La notizia è stata lanciata dalla Technology Review del MIT, che ha aggiunto altri interessanti particolari. L’obiettivo di medio periodo sarebbe in puro stile cinese: investire 100 miliardi di dollari entro i prossimi dieci anni per raggiungere il traguardo dei 30 GW (eccola, finalmente, l’unità di misura di riferimento per l’energia made in China).
Il potenziale teorico sfruttabile sarebbe addirittura superiore di un ordine di grandezza. Li Junfeng, direttore del China's Energy Research Institute a Beijing, in una recente presentazione durante un seminario sull’energia eolica che si è svolto in Norvegia ha dichiarato che il potenziale cinese off shore è valutato tra i 100 e i 200 GW.
La sfida non è solo di natura finanziaria, ma anche tecnologica, viste le caratteristiche dei fondali locali, profondamente diversi da quelli del Mare del Nord, che richiedono quindi l’approntamento di fondamenta ad hoc. La soluzione attualmente allo studio per la wind farm di Jiangsu è quella di un supporto costituito da cinque piloni, ciascuno lungo 56 metri, al posto del classico monopalo adottato, ad esempio, nei mari europei.

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