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IL GIORNALIERO - Biofuel: senza aiuti, a rischio 100 mila posti di lavoro negli States Stampa E-mail

26 marzo 2010 - Se investire nelle rinnovabili può creare nuove importanti opportunità occupazionali, a maggior ragione interrompere forme di sostegno e di supporto oggi esistenti può distruggere decine di migliaia di posti di lavoro. È l’allarme lanciato negli Stati Uniti dai produttori di etanolo, spaventati dall’ipotesi di un taglio degli incentivi fino ad oggi in vigore.
“La conseguenza diretta di una mancata riconferma - riporta uno studio commissionato dalla Renewable Fuels Association - sarebbe un taglio della produzione che metterebbe a rischio 112 mila posti di lavoro”. Un buon 30 per cento dei 400 mila occupati che oggi l’industria americana dei biofuel può vantare.
La mancanza di un adeguato supporto in termini di tassazione non si tradurrebbe in un calo dei consumi, ma in un semplice spostamento delle aree di approvvigionamento, con una crescita massiccia delle importazioni. Una prospettiva che piace poco agli americani, che vedono nella dipendenza energetica estera - si tratti di petrolio o di biocombustibile - un rischio sempre più pressante.
A fare arrovellare di più gli autori dello studio è un altro elemento: nel bilancio complessivo statale gli aiuti sarebbero più che compensati dalle maggiori entrate generate. A fronte di 5 miliardi di dollari di aiuti, la macchina del biofuel a stelle e strisce sarebbe infatti in grado di generare maggiori entrate per lo stato per complessivi 8,4 miliardi di dollari. Come dire: più spendo più guadagno e meno rischio. Elementare... ma solo in apparenza.

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