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IL GIORNALIERO - Israele sceglie il nucleare (francese) per diversificare il mix energetico Stampa E-mail

10 marzo 2010 - E ora tocca anche a Israele. Il ministro delle infrastrutture Uzi Landau ha dichiarato che il suo Paese intende costruire un nuovo reattore nucleare, nel processo di diversificazione delle fonti energetiche. Partner dell’iniziativa dovrebbero essere la Francia (che, di recente, ha promesso di aiutare anche l’Egitto, sempre sul tema dell’atomo) e la Giordania.
La scelta per Israele è per certi versi obbligata: non ha giacimenti interni di gas o di petrolio, non ha acqua tale da poter giustificare un piano di sviluppo idroelettrico e deve fare i conti con una forte opposizione interna alla realizzazione di nuovi impianti a carbone. I petali della margherita restano ben pochi…
Ad oggi Israele fa già parte del club dei nuclearisti; anche se di sponda. Due sono i reattori in funzione: quello di Dimona, nel deserto del Negev, accreditato di aver prodotto ordigni nucleari e, quindi, top secret e il reattore per ricerca di Nahal Soreq vicino a Tel Aviv.
Ora, la svolta energetica con la scelta della tecnologia francese. Ed è sintomatico che i primi contatti sul tema siano stati attivati - un paio di mesi fa - con Jean-Louis Barloo, ministro francese per l’ecologia che ha subito confermato il grande interesse del governo transalpino.

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