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IL GIORNALIERO - Clean energy: ecco il maxi piano cinese in 10 anni (anzi 5) Stampa E-mail

8 marzo 2010 - Un 15-10 può valere quanto (o forse più) di un 20-20. Non c’entra la matematica, bensì la geopolitica dell’energia. Se, infatti, già appare come meritevole e ambizioso il piano europeo di arrivare al 2020 con un peso delle rinnovabili sui consumi totali di energia pari al 20 per cento, ancor più significativa sembra essere la nuova promessa cinese: in soli dieci anni le clean energy copriranno il 15 per cento dell’intero fabbisogno interno di energia.
Va subito precisato che in Cina - ma non solo... - il termine clean energy non si traduce letteralmente come energia rinnovabile. Investe un ambito ben più ampio con l’esplicita esclusione solo di carbone e petrolio altamente inquinanti. Dunque, nel piano di avvicinamento al traguardo del 15 per cento sono previsti investimenti miliardari in impianti solari, wind farm, altre rinnovabili e nucleare. A dire il vero il nucleare è citato al primo posto nell’elenco delle opzioni, ma certo si può benissimo trattare di un semplice caso...
Lo scorso anno in Cina lo share delle rinnovabili è stato pari al 9,9 per cento, rispetto all’8,5 del 2008. Ma ora viene il difficile. Anche perché - come giustamente ammettono gli esperti cinesi - per i progetti di grande taglia occorrono alcuni anni di lavoro per passare dalla prima idea all’allacciamento in rete. Quindi, in realtà, per essere “pronti” al 2020 occorrerà muoversi nei prossimi 4-5 anni. I cantieri che saranno aperti dopo il 2015, presumibilmente, porteranno infatti all’allacciamento in rete dei relativi impianti dopo il fatidico 2020.
Il “nuovo piano” sulle clean energy, per ora non ancora ufficializzato, dovrà essere dunque un piano quinquennale, più che decennale.

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