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IL GIORNALIERO - La ricetta di Barroso non può certo definirsi cucina innovativa... Stampa E-mail

5 marzo 2010 - Probabilmente il giudizio è un po’ acidulo. Ma nel suo ultimo intervento sui temi dell’economia e dell’energia, il presidente della Commissione europea Barroso sembra aver preso a modello due illustri personaggi: il contemporaneo Obama e il più datato Lapalisse. La ricetta per rilanciare l’economia è infatti un dosato mix di buon senso verde che non stupisce certo per spirito innovativo.
Idee che sarebbe ingeneroso chiamare pure ovvietà, ma che certo non sembrano neppure il prodotto di un raffinato think thank, e che puntano dritto ad una rivoluzione economica low carbon, proprio come promesso dal presidente americano. Evidentemente - sarà anche questo colpa della globalizzazione? - la ricetta che funziona negli States può fare proseliti anche in Europa. O forse vale il vice versa, visto che su questo terreno, almeno a parole, è stata proprio la Ue a muoversi per prima.
Tre i pilastri del futuro sviluppo europeo identificati da Barroso per i prossimi dieci anni: crescita intelligente (sviluppando un’economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione), crescita sostenibile, crescita inclusiva (promuovendo un'economia con un alto tasso di occupazione, che favorisca la coesione sociale e territoriale).
Parlare di un’Europa efficiente sotto il profilo delle risorse, ha chiarito il presidente della Commissione europea, significa favorire la transizione verso un'economia efficiente sotto il profilo delle risorse e a basse emissioni di carbonio. “L'Europa - ha aggiunto Barroso - non deve perdere di vista i suoi traguardi per il 2020 in termini di produzione di energia, efficienza energetica e consumo di energia. Questo ridurrebbe di 60 miliardi di euro le importazioni di petrolio e di gas entro il 2020”. “Adottare una politica industriale per la crescita verde - ha concluso - significa aiutare la base industriale dell'Unione europea ad essere competitiva nel mondo post-crisi, promuovere l'imprenditoria e sviluppare nuove competenze”.
In apparenza, una ricetta semplice, semplice, di quelle che una rivista di cucina bollerebbe con un solo cappello da cuoco e suggerirebbe ai neofiti dei fornelli. C’è solo da sperare che il passaggio dalle parole ai fatti non lasci quella pesantezza di stomaco alla quale, purtroppo, il settore energia sta facendo il callo.

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