di Samuele Ravelli, Risk Management & Research EGL Italia


Nel corso del 2009 si è osservato un calo della domanda di energia elettrica in Italia pari al 6,7 per cento rispetto all’anno precedente; il drop dei consumi fino al mese di aprile 2009 è stato marcato per poi rallentare nel resto dell’anno. I prezzi spot dell’energia hanno seguito lo stesso trend decrescente, calando dai livelli massimi toccati in gennaio (83,44 euro/MWh media PUN) in modo consistente durante tutto il corso dell’anno, a eccezione del terzo trimestre 2009.
In una situazione di contrazione dei consumi e della domanda è interessante andare a verificare cosa sia successo ai margini di generazione e come, nel corso dell’anno, operatori e traders abbiano agito sul mercato a pronti e su quello a termine in uno scenario ribassista.

A livello di mercato spot si è registrata una marcata contrazione dei livelli di spark-spread nel corso del 2009: i livelli medi mensili dei margini calcolati rispetto alla formula Brent Oil 9.1.1 (si fa riferimento ad una formula oil - 9,1,1 - semplicemente ottenuta convertendo le medie mensili dei nove mesi precedenti la consegna fisica dell’ICE Brent espresso in euro/MWh) sono passati da un valore medio di 21 euro/MWh nel 2008 ai circa 15 euro/MWh nel 2009 e sono scesi da un valore medio di 23,5 euro/MWh ai circa 14 euro/ MWh se si prende come riferimento la formula gas Remix.
Meno marcata, ma comunque significativa, risulta essere anche la riduzione dei margini spot calcolati rispetto alla formula Eni Gas Release 2007. Considerando i livelli medi mensili, a esclusione del terzo trimestre, si è osservato un trend di riduzione dei margini di generazione contro le principali formule di indicizzazione del gas rappresentative dei costi del parco di generazione italiano. [...].

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