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DOSSIER - Re Rebaudengo: “Pronti a cogliere le opportunità della globalizzazione” Stampa E-mail

di Davide Canevari


Impianto a biogas realizzato da Asja Ambiente a Shenyang (Cina)Questa intervista è stata raccolta in viaggio, una parte sulla tratta Torino-Malpensa e un’altra in attesa del check-in prima di un volo in partenza per Oltreoceano.
Anche nel tessuto delle aziende energetiche italiane di medie dimensioni esiste, dunque, chi ha saputo cogliere le sfide della globalizzazione, facendo dell’internazionalizzazione il driver di crescita della propria impresa e portando all’estero un
made in Italy non più protagonista soltanto nei settori moda e arredamento. L’azienda in questione è Asja Ambiente, l’interlocutore è il suo presidente, Agostino Re Rebaudengo
.


Fa davvero piacere trovare un marchio italiano dell’energia rinnovabile al di fuori dei nostri confini. Quando (e come) ha preso il via l’espansione all’estero di Asja Ambiente?
Attorno al 2000 abbiamo colto un’opportunità significativa in Libano, con la realizzazione di un impianto per la valorizzazione del biogas. È stata una prima esperienza di successo; e nonostante le criticità dell’area, mi risulta che tutto sia ancora in piena efficienza.
La scelta di operare in modo sistematico anche al di fuori del nostro Paese risale invece al 2004, quando abbiamo deciso di credere pienamente nelle opportunità offerte dal Protocollo di Kyoto attraverso un’apposita azione commerciale nel Sud America (soprattutto Argentina) e in Asia.
Nel 2005 abbiamo partecipato a un viaggio in Cina assieme a una delegazione dei Giochi Olimpici invernali di Torino: a breve distanza da quell’incontro abbiamo realizzato il nostro primo impianto a Shenyang, città gemellata con Torino e tra le cinque più importanti realtà urbane della Cina, centro strategico del settore metalmeccanico e automobilistico (ospita, tra l’altro, un sito produttivo di Bmw). La decisione di credere in una crescita strutturata sui mercati internazionali nasce lì. [...].

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