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IL GIORNALIERO - Vancouver costretta a “importare” via camion la neve Stampa E-mail

13 febbraio 2010 - Cinque cerchi Olimpici… e un cerchio alla testa! Anche le Olimpiadi di Vancouver si stanno confrontando con i problemi dei cambiamenti climatici. Con una novità che ha un po’ confuso cause ed effetti, procurando qualche emicrania imprevista.
I fatti. Fin dal 2003 gli organizzatori dell’evento canadese aveva sottolineato gli sforzi prodigati per ridurre l’impronta ambientale della manifestazione. Preventivi alla mano, avevano promesso di contenere le emissioni dirette di anidride carbonica associate all’Olimpiade a sole 118 mila tonnellate. A titolo di confronto avevano anche presentato il conto di Salt Lake City 2002 (248 mila tonnellate in 17 giorni di competizioni) e la stima di Torino (160 mila tonnellate). Il tutto senza dover ricorrere a misure stellari ma, semplicemente, promuovendo l’uso del mezzo pubblico e avendo progettato il villaggio olimpico secondo i più rigorosi dettami dell’edilizia sostenibile e a basso fabbisogno energetico. A onor del vero al conto andrebbero anche aggiunte le emissioni indirette, quelle cioè legate agli spostamenti degli atleti, degli sponsor, degli spettatori, per raggiungere le sedi delle gare: qualcosa come 150 mila tonnellate. Ma questo è un dettaglio.
Altro dettaglio, che ha un po’ il sapore della beffa: proprio il cambiamento climatico sta rendendo più difficile la lotta… ai cambiamenti climatici. Fa caldo, troppo caldo per la stagione. E così, per rifornire i campi di gara è stato necessario organizzare un trasporto speciale di neve prelevata a 300 chilometri di distanza, attraverso 170 truck. Quei tipici musoni americani, con il comignolo a fianco della smisurata cabina, che si fa davvero fatica ad associare al top della mobilità sostenibile.
Nella peggiore delle ipotesi questo cambierà i conteggi finali di pochi punti percentuali”, assicurano gli organizzatori. E sicuramente sarà così. E, poi, meno freddo uguale minori consumi per riscaldamento: ciò che perdi col camion lo guadagni in caldaia… Ma ugualmente la notizia ha un po’ il sapore della beffa.

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