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IL GIORNALIERO - Italia tra le 20 nazioni top per lo stato di salute dell’ambiente Stampa E-mail

6 febbraio 2010 - Al di là dei luoghi comuni… l’Italia è un Paese fuori dal comune anche quando si parla di attenzione per l’ambiente. E lo è - sorprendentemente - in positivo. Il riscontro giunge da uno studio elaborato dalle università americane di Yale e Columbia, che anche nel 2010 hanno stilato l’Environmental Performance Index. Ovvero,una sorta di radiografia ambientale effettuata su 163 Paesi, con l’obiettivo di valutare lo stato di salute dell’ambiente.
Venticinque i parametri considerati, suddivisi in 10 categorie. Tra le voci, la qualità dell’aria, l’intensità carbonica della generazione elettrica, lo stato di salute dell’agricoltura, la gestione del ciclo dell’acqua, il rispetto per le biodiversità, la tutela delle foreste, l’attenzione per i cambiamenti climatici.
Classifica alla mano, l’Italia occupa le posizioni se non di eccellenza, almeno di merito: diciottesima tra oltre 160 concorrenti, con un punteggio pari a 73 rispetto a un massimo teorico di 100 e al 93,5 del primo classificato, l’Islanda.
L’Italia si posiziona sugli stessi livelli della Germania, davanti al Giappone (ventesimo), alla Spagna (venticinquesima), alla Danimarca (trentaduesima; ma non era una delle terre promesse dell’ambientalismo?), al Belgio (addirittura ottantottesimo, ampiamente sopravanzato da Iran, Namibia e Brunei, giusto per fare tre nomi). Restando in Europa, ottima performance per la Svizzera (seconda), la Svezia (quarta), la Norvegia (quinta), la Francia (settima), l’Austria (ottava) e l’Inghilterra (quattordicesima).
A penalizzare non poco il nostro Paese, la politica energetica fin qui adottata, e il particolare mix di combustibili scelto. Una delle classifiche dove l’Italia è messa davvero male, infatti, è quella inerente l’intensità carbonica della generazione elettrica, che ci vede precipitare al sessantesimo posto con un punteggio di 19 su 100 davvero poco esaltante.

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