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IL GIORNALIERO - Usa e Ue più vicine nella lotta al climate change? Stampa E-mail

1 febbraio 2010 - Il passaggio del testimone è questione di pochi anni. Come riportato nel Giornaliero del 26 gennaio (2019, l’anno del sorpasso: così gli emergenti supereranno i grandi), dobbiamo cominciare a considerare le economie di Paesi come Cina, India, Brasile, non più come semplici follower, ma come leader a tutti gli effetti. Realtà sempre più protagoniste dello scenario globale anche per quanto riguarda le questioni energetiche, ambientali, climatiche. Un contesto che rende sempre più necessaria la definizione di politiche comuni tra gli Stati Uniti e l’Europa, due entità che non possono più permettersi di parlare ciascuna con la propria voce (e le proprie idee).
Il prossimo 22 febbraio, a New York, si terrà un importante evento che nasce proprio da questi presupposti. Si tratta di una tavola rotonda organizzata dalla Fordham University School of Law (ateneo privato statunitense fondato nel 1841; la School of Law è tra le prime 30 facoltà di legge americane) e dalla Associazione Corridoi Atlantici (fondata da un gruppo di professori universitari, economisti e giuristi italiani, si dedica allo studio della cultura americana, con particolare attenzione per gli aspetti giuridici e intellettuali).
Il tema scelto per la tavola rotonda è il seguente: Greening the Transatlantic alliance: European and U.S. Perspectives on a Global Carbon Market to Combat Climate Change.
In questo primo appuntamento newyorkese, studiosi, policy makers, economisti, operatori finanziari e giuristi di impresa, si confronteranno in particolare sulle esperienze maturate nel campo delle rinnovabili, fornendo preziose indicazioni sulle politiche energetiche degli Stati Uniti e dell’Unione europea, sulle differenze e sulle convergenze realizzate (o che si intendono realizzare) sugli incentivi e la normativa di settore. Ci sarà anche l’opportunità, per gli operatori e per i tecnici, di presentare le proprie aziende e i loro progetti più significativi.

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