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IL GIORNALIERO - Di questo passo (climatico), prepariamoci pure alla dieta padana Stampa E-mail

30 gennaio 2010 - Gli altri siamo noi cantava Umberto Tozzi nei primissimi anni Novanta. A 20 anni di distanza quel motivo potrebbe tornare più che mai attuale sulla spinta dei cambiamenti climatici. Tra le nazioni che più potrebbero soffrire delle mutazioni in atto ci potrebbe essere anche il Nord del Mediterraneo - e non solo remote isole sperdute in mezzo all’Oceano - con l’Italia in pole position. Gli esperti temono soprattutto per le sorti dell’agricoltura. L’allarme circola da qualche tempo nel Bel Paese. Ma ora al coro si è aggiunto anche l’europarlamentare socialista francese Stéphane Le Foll, che ha deciso di portare la questione a Bruxelles: “Ulivi quasi fino alle Alpi, Pianura Padana coltivata a grano duro e pomodoro: non è fantascienza ma sono gli effetti del cambiamento climatico che già si fanno sentire anche sull'agricoltura”.
“L'aumento delle temperature - rincara la dose Coldiretti - ha già provocato la migrazione dei prodotti tipici verso nord e in Italia si sta già verificando un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture. Il riscaldamento provoca anche il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l'affinamento dei formaggi o l'invecchiamento dei vini e mette a rischio anche il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy”. Magari prender per la gola gli europei potrebbe diventare la strada maestra perché non prendano sotto gamba la questione delle emissioni…
Come spesso accade, però, in questi casi cause ed effetti tendono a confondersi e le vittime sono spesso complici... “Le produzioni agricole - ha aggiunto Le Foll - sono responsabili del 9 per cento del totale di emissioni di anidride carbonica in Europa. L'agricoltura deve quindi porsi due obiettivi: tagliare le proprie emissioni, consumando meno energia fossile e contribuire alla cattura del carbonio. Ci sono due maniere di farlo: una è la produzione di piante che, con la fotosintesi, assorbano l'anidride carbonica nell'atmosfera. Poi ci sono i suoli, che sono veri e propri granai di carbonio”. Il concetto non è di immediata lettura, ma una cosa e chiara: la PAC - acronimo della Politica Agricola Comunitaria - ha lanciato il guanto di sfida alla CCS e scende ufficialmente in campo tra gli sfidanti dei cambiamenti climatici.

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