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IL GIORNALIERO - Meno whiskey e più acqua nel futuro (energetico) della Scozia Stampa E-mail

29 gennaio 2010 - Che sia dolce o salata, potrebbe proprio essere l’acqua uno dei protagonisti assoluti del futuro energetico (e occupazionale) della Scozia. Mentre si moltiplicano i progetti per lo sfruttamento delle maree, si fanno più ambiziosi gli obiettivi anche sulla terraferma. Il rapporto The Employment Potential of Scotland’s Hydro Resource, di recente pubblicazione, afferma che il potenziale idroelettrico del Paese potrebbe essere di poco al di sopra del 1.200 MW. Il dato è estremamente significativo, in particolare perché raddoppia la stima fino a quel momento ritenuta più attendibile (657 MW complessivi, in base allo Scottish Hydropower Resource Study, risalente al 2008).
Il nuovo rapporto tiene in maggiore considerazione - rispetto al passato - il mini e il micro idroelettrico, divenuti oggi appetibili grazie ai nuovi sistemi tariffari e di incentivazione. Sono stati così censiti oltre 7.000 impianti potenziali, spesso con capacità al di sotto dei 100 kW, quando lo Scottish Hydropower Resource Study si era fermato appena al di sopra delle mille unità. Gli stessi autori del nuovo rapporto mettono in guardia sui possibili ostacoli per il pieno sfruttamento di questo potenziale: la fascia tra i 100 e i 500 kW sarebbe infatti quella più appetibile per gli investitori, mentre le costruzioni di minore potenza sarebbero ancora oggi più vulnerabili nei confronti delle incertezze finanziarie.
Ma l’obiettivo del GW pare ugualmente plausibile. Con il vantaggio in più di creare “centinaia di nuovi posti di lavoro” senza alcun rischio per l’ambiente, visto che il governo ha già chiamato in causa la Scottish Enviroment Protection Agency “affinché le future centrali possano essere realizzate con criteri di eco sostenibilità”. Di questo passo, davvero, l’acqua rischia di superare addirittura il whiskey tra i simboli della Scozia…

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