23 gennaio 2010 - Non succedeva dalle Olimpiadi di Atene 2004, quando gli azzurri di basket riuscirono a salire sul secondo gradino del podio, davanti agli imbattibili (cosi almeno sembrava) statunitensi del dream team. Ma il clamoroso sorpasso potrebbe avvenire di nuovo proprio nel corso del 2010. E su un terreno scottante come quello dei pannelli solari.
In questi giorni i media degli Stati Uniti hanno dato grande enfasi al rilancio del fotovoltaico in America, nominando a priori il 2010 come l’anno del solare negli States. “La combinazione degli aiuti governativi, di nuova fiducia da parte degli istituti di credito e di prezzi in forte calo del fotovoltaico contribuiranno a un anno stellare per l’installazione di nuovi impianti” hanno commentato alcuni siti dell’ambientalismo a stelle e strisce, riprendendo i dati pubblicati dall’Interstate Renewable Energy Council.
A prescindere dal fatto che sulla clamorosa riduzione dei prezzi non mancano i dubbi (vedi il Giornaliero del 4 gennaio), a questo punto ti aspetteresti una cometa, in grado di guidare l’intero Pianeta verso il vero sviluppo sostenibile… Niente affatto. A guardare i numeri tutto si riduce a una modesta stellina. “Potrebbero essere installati fino a 500 o 600 MW, più del doppio rispetto al 2009, anche se alcuni analisti hanno azzardato addirittura la cifra di 900 MW”, proseguiva il comunicato dell’ Interstate Renewable Energy Council.
Perdinci! Considerando il numero di Stati presenti negli Usa si tratterebbe - secondo la media del pollo di Trilussa - di ben 15-18 MW a Stato, nella migliore delle ipotesi. Lo stesso anno l’Italia - quella che altri mass media dipingono come un postaccio per i veri amanti delle rinnovabili - dovrebbe allacciare in rete 600-700 MW, stando stretti (c’è anche chi la spara più grossa). Quanto o più degli imbattibili (così almeno sembrava) statunitensi del green team.