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IL GIORNALIERO - La Turchia riparte dal nucleare (senza l’Italia) per entrare in Europa Stampa E-mail

12 gennaio 2010 - A cavallo tra Asia ed Europa - ma sempre più sbilanciata verso il Vecchio Continente - la Turchia vuole confermarsi anche nel corso del 2010 come una delle economie più dinamiche del Pianeta. L’attività - è noto - mette fame… soprattutto di energia. E siccome il gas - proveniente in primis da Russia e Iran - non sembra più bastare, ecco farsi largo l’ipotesi di una nuova stagione nucleare.
Ne dà notizia l’Istituto per il Commercio Estero, secondo il quale si tratterebbe di qualcosa di assai concreto. Lo stesso ministro dell'Energia Taner Yildiz avrebbe infatti annunciato che nei prossimi mesi sarà lanciato nuovamente il bando per la costruzione della prima di tre nuove centrali nucleari.
La lista dei potenziali candidati sembra essere particolarmente nutrita, per una gara che l’ICE non esita a definire appassionante, agguerrita e senza esclusione di colpi. In una sorta di riedizione della Guerra Fredda, gli analisti locali mettono in cima alla lista dei possibili vincitori i russi di Atomstroyexport e gli americani di General Electric (assieme al partner locale Gama). L’elenco è comunque ricco e globale: ci sono i giapponesi di Itochu e Toshiba, i coreani della Kepco e della SK, i canadesi dell'Aecl, i tedeschi di RWE. L’ICE scommette anche sulla possibile presenza dei cinesi di Cnpc mentre vede improbabile la partecipazione di Areva e del consorzio Suez-Tractebel “per ragioni essenzialmente politiche”.
Nella selva di bandiere tra i Paesi tecnologicamente ed economicamente all’avanguardia (o almeno presunti tali) sembra dunque mancare solo il tricolore… un aspetto sul quale l’Ice glissa con sapiente eleganza.

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