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IL GIORNALIERO - Brasile: volano i consumi e l’idroelettrico chiede aiuto al nucleare Stampa E-mail

7 gennaio 2010 - Non di solo biodiesel vivrà il Brasile… Il vero problema per la più dinamica economia dell’America Latina - sia a breve che a lungo termine - sembra infatti essere un altro: come fare il pieno di kWh? Gli esperti dell’Energy Research Corporation stimano che già nel 2010 - in presenza di una crescita del Pil superiore al 5 per cento - la domanda di elettricità potrebbe registrare un incremento del 9,4 per cento. Da qui al 2018 il tasso medio potrebbe, invece, attestarsi al di sopra del 5 per cento all’anno. Valori tripli rispetto agli standard europei. Questo costringerà il Brasile a modificare sensibilmente il mix di generazione attuale.
Secondo le ultime indagini IEA a fine 2007 l’idroelettrico, grazie a una capacità installata appena al di sotto del 97 GW, poteva garantire una produzione di oltre 370 TWh/anno, pari all’85 per cento della generazione interna. Residuale il ruolo del convenzionale termico, che si affida essenzialmente alla combustione di gas naturale e petrolio. Stesso discorso per il nucleare. Attualmente sono due gli impianti funzionanti: Angra-1 da 630 MW e Angra-2 da 1.350 MW. Nel 1986 era iniziata la costruzione di un terzo impianto, sempre da 1.350 MW, che non è tuttavia mai stato portato a compimento.
Ora, però, la crescita pressante della domanda di kWh ha scompaginato le carte sul tavolo. Nel 2008 sono ricominciati i lavori per il completamento di questa centrale che dovrebbe essere connessa in rete entro la fine del 2014. Altri quattro impianti dovrebbero essere ultimati entro la fine del 2030. Il solo nucleare non potrà comunque bastare.
Alla fine del 2018 il consumo medio annuo potrebbe infatti aver già raggiunto i 1.000 TWh. E a quella data, in assenza di adeguati interventi di potenziamento, il carbone bianco - fino a un paio di anni fa dominante - sarà in grado di coprire solo un terzo del fabbisogno interno!

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