5 gennaio 2010 - La spina nel fianco degli svizzeri… non è di sicuro una spina elettrica! Tra i temi che rendono agitati i sonni dei nostri vicini elvetici, le questioni legate all’energia (ma anche all’ambiente) sono considerate del tutto marginali e appaiono, comunque, fortemente ridimensionate rispetto al recente passato. Lo afferma il colosso bancario Credit Suisse, che ha recentemente pubblicato un’inchiesta dal titolo piuttosto inquietante: Il barometro delle apprensioni - la spina nel fianco degli Svizzeri.
L’indagine annuale, giunta ormai alla trentatreesima edizione rivela, infatti, che l’elettorato svizzero a fine 2009 risultava preoccupato principalmente dalla disoccupazione (un allarme per il 66 per cento degli interpellati, valore in crescita del 13 per cento rispetto al 2008). A seguire, la sanità e la previdenza per la vecchiaia (entrambe con il 36 per cento dei consensi), la sicurezza sociale (31 per cento, ben 11 punti in più rispetto al 2008) e la crisi finanziaria, del tutto assente fino a un paio di anni fa.
La classifica prosegue con un gran numero di altre voci, tra cui l’immigrazione (che evidentemente non è più la bestia nera dello svizzero tipo), la nuova povertà, l’integrazione con il resto dell’Europa, la globalizzazione.
In ultima posizione - curiosamente condivisa con le apprensioni per la diffusione delle droghe - ecco finalmente apparire l’energia. Solo il 9 per cento degli Svizzeri segnala questa voce come possibile fonte di apprensione. Nel 2008 il valore era pari al 15 per cento! Insomma, la Confederazione sembra aver trovato un mix energetico di assoluta tranquillità e fa spallucce alle possibile bizze dell’Opec, alle speculazioni sui barili di carta, ai timori europei per l’eccessiva dipendenza dall’estero. L’energia in Svizzera non è un problema.
E lo stesso sembra potersi dire per la protezione dell’ambiente. Nella classifica stilata da Credit Suisse occupa solo la dodicesima posizione tra le apprensioni elvetiche; anche in questo caso il valore del 2009 appare ridimensionato rispetto al 2008.