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IL GIORNALIERO - E.ON Italia: si al CCS, ma dove conviene davvero Stampa E-mail

16 dicembre 2009 - “Per noi le tecnologie di Carbon Capure & Sequestration sono molto importanti, considerando il ruolo che il carbone avrà nel mix energetico mondiale negli anni a venire. Direi, anzi, che si tratta di una sfida importantissima”. Anche da Klaus Schäfer viene dunque il via libera per la nuova emergente frontiera del CCS. Il presidente e CEO di E.ON Italia lo ha dichiarato ieri, durante un press briefing tenutosi a Milano.
Senza però cedere troppo facilmente all’entusiasmo o venir meno a un sano pragmatismo. “Sono due - prosegue - le sfide ancora da vincere. Occorre trovare

Klaus Schafer, presidente e CEo di E.ON Italia

il modo per separare l’anidride carbonica in maniera efficace, senza penalizzare eccessivamente l’efficienza dell’impianto di generazione a cui viene applicata la CCS. Poi, bisogna valutare accuratamente dove esistono le condizioni di stoccaggio migliori”.
Inevitabile, a questo punto, chiamare in gioco l’Italia, visto che proprio E.ON ha appena ricevuto il parere positivo della Regione Sardegna per un nuovo gruppo a carbone da 410 MW a Fiume Santo, ora in attesa delle autorizzazioni finali.
In questo caso, però, la posizione si fa più cauta. “In Italia esistono delle aree nelle quali sarebbe possibile effettuare lo stoccaggio - commenta Schäfer - in misura minore, però, rispetto ad altri Paesi. E anche riguardo al caso della Sardegna la sfida sarebbe più sul dove stoccare che non sul come farlo. A livello di Gruppo stiamo investendo molto in termini di tempi e risorse in vista di una prossima applicazione industriale del CCS. Ma siamo anche convinti che gli investimenti vadano fatti là dove le condizioni sono migliori...”.

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