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IL GIORNALIERO - Cambiamenti climatici: le soluzioni semplici sono l’antidoto migliore Stampa E-mail

In occasione del Summit di Copenhagen, Joe Hogan,
CEO del gruppo ABB, firma questo editoriale

10 dicembre 2009 - Oggi - come ogni altro giorno di questi ultimi anni - l'umanità emetterà nell’atmosfera più di 116 milioni di tonnellate di gas serra. A dispetto delle nostre preoccupazioni circa i cambiamenti climatici, le emissioni stanno crescendo più velocemente ora che in qualsiasi altro decennio e, senza l’adozione di nuove politiche, le nostre emissioni giornaliere raggiungeranno 140 milioni di tonnellate entro il 2020.
Poiché i governi faticano a finalizzare un nuovo trattato sul clima, accettabile a livello globale, le difficoltà ad affrontare il problema sono evidenti. Eppure ci sono ancora buoni motivi per essere ottimisti, soprattutto perché già disponiamo di soluzioni utilizzabili per costruire un sistema energetico low carbon.
I progressi tecnologici hanno reso l'energia eolica e solare sempre più competitiva, tanto che queste due fonti sono diventate i segmenti a più rapida crescita del mercato dell'energia. Vi è grande interesse per l'energia eolica offshore, nel progetto Desertec, che prevede di sfruttare l'energia solare generata nel deserto del Sahara ed in iniziative analoghe nei deserti del Gobi e del Mojave. Ciò rappresenta un segnale incoraggiante che le energie rinnovabili stanno per essere indirizzate verso la produzione di energia elettrica su larga scala.
Se siamo seriamente intenzionati alla crescita delle fonti a basso consumo di carbonio, abbiamo anche bisogno di sviluppare un sistema elettrico che possa assicurarne la trasmissione: una rete intelligente flessibile ed efficiente che bilanci efficacemente i nostri consumi di energia con la produzione istantanea di energia eolica e solare. La tecnologia è già disponibile, ma deve essere applicata. Oltre ciò abbiamo bisogno di collocare le rinnovabili in una prospettiva più ampia. Oggi la nostra principale fonte di energia rinnovabile è quella idroelettrica e meno del 3 per cento dell’energia elettrica nel mondo proviene da altre fonti rinnovabili. Quindi esse possono rappresentare solo una parte della nostra strategia globale di lotta contro il cambiamento climatico.

Sorprendentemente, l’efficienza energetica, ovvero la nostra migliore opportunità di riduzione delle emissioni, è qualcosa ancora oggetto di poca attenzione. Le proiezioni dell’International Energy Agency mostrano che, nei prossimi 20 anni, l’utilizzo efficiente dell’energia ha un potenziale di riduzione delle emissioni di anidride carbonica maggiore di tutte le altre opzioni messe insieme. Eppure, secondo uno studio delle Nazioni Unite, dei 112 miliardi di dollari investiti nel 2008 in energia pulita in tutto il mondo, solo 1,8 miliardi sono stati spesi per migliorare l'efficienza energetica.
La riluttanza ad investire in efficienza energetica è sorprendente. Gli investimenti di solito possono essere recuperati, grazie a minori costi energetici, in meno di due anni e ci sarebbe da attendersi che le aziende ne approfittino. Chiaramente c’è qualcos'altro dietro questa situazione. Uno dei principali ostacoli è la mancanza di conoscenza dell’uso di apparecchiature elettriche efficienti nelle abitazioni private, nelle aziende o negli pubblici. Fattore ulteriormente complicato dalla varietà di tecnologie disponibili. Vi è anche una mancanza di incentivi. Perché un proprietario dovrebbe investire in efficienza energetica se sarà l'inquilino a raccoglierne i benefici? Perché un responsabile degli acquisti dovrebbe spendere di più, incidendo sul proprio bilancio in materia di attrezzature efficienti, se i risparmi vanno a vantaggio dell’ufficio che paga l'energia elettrica?
Inoltre, le soluzioni energetiche efficienti raramente sono fotogeniche e molte hanno nomi oscuri. Gli azionamenti a velocità variabile, che aumentano l'efficienza dei motori elettrici, sono collocati in semplici scatole di metallo celando il fatto che il loro potenziale di risparmio energetico è di molte volte superiore a quello delle rinomate lampade fluorescenti compatte.
L'Unione europea ha compiuto un passo importante nel mese di giugno, quando ha fissato standard di efficienza energetica per la maggior parte dei motori elettrici utilizzati nelle applicazioni industriali. La mossa ha destato poca attenzione, nonostante si preveda di risparmiare in questo modo 135 miliardi di kWh all'anno entro il 2020. Un risparmio tre volte più grande di quello atteso dalla progressiva eliminazione delle lampade ad incandescenza.
I governi possono realmente fornire un contributo mediante l'individuazione e la rimozione degli ostacoli che impediscono l’utilizzo di tecnologie efficienti sotto il profilo energetico. Ottenere dalla comunità internazionale un accordo su obiettivi vincolanti circa le emissioni globali di CO2 può sembrare molto difficile ma non servirà a nulla se non inizieremo semplicemente basandoci su un uso più efficiente dell'energia.
E poiché sempre più energia è consumata come elettricità, è fondamentale che ci concentriamo sui modi per migliorare l'efficienza nell’uso dell’energia elettrica in ogni singola fase del processo, dalla sua produzione alla sua utilizzazione finale.

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