di Davide Canevari
Parlare di ricerca, non solo nel settore energetico, significa addentrarsi in un universo costituito da tre diverse galassie. Quella della (semplice) innovazione nelle applicazioni di ciò che già esiste; quella dell’innovazione intesa come miglioramento continuo di prodotti e processi; infine, quella della ricerca di base e dello sviluppo prototipale.
Nuova Energia ha chiesto ad Alessandro Clerici, presidente della Fast e della task force internazionale del WEC sulle interconnessioni, di scendere nel dettaglio di questi aspetti e, più in generale, di valutare i possibili sviluppi futuri della R&S in campo energetico.
Innovazione nell’applicazione di quello che già esiste… Con quali aspettative?
C’è moltissimo da fare, specialmente con riferimento all’efficienza energetica, dove le il presidente della fast e della task force internazionale del wec sulle interconnessioni soluzioni tecnologiche esistono da anni e il salto di qualità, ora, deve riguardare l’impegno e l’innovazione nelle applicazioni. Si tratta di cambiare l’approccio prevalente, non fermandosi più alla sola considerazione dell’investimento a breve ma tenendo conto del ciclo di vita. L’esempio tipico riguarda i motori ad alta efficienza ed i drive (variatori elettronici di velocità), la cui adozione diffusa potrebbe portare benefici immediati e tangibili, con tempi di ritorno contenuti. Entra in gioco, in questo caso, anche la ricerca sociologica: come fare per acculturare persone e imprese, in modo tale da non vanificare i risultati delle ricerche passate che hanno messo da anni sul mercato tali prodotti?
Lo stesso discorso si può applicare a uno dei tre grandi settori che consumano energia, quello dei trasporti (assieme all’industria e al residenziale/terziario). Il miglioramento dell’efficienza non riguarda i soli motori, ma tutta la filiera, dal pozzo alla ruota. Ciò significa prendere in considerazione, per esempio, anche gli pneumatici, le tipologie di asfalto, i sistemi di gestione intelligente del traffico, le abitudini degli utenti in termini di mobilità. Gli spazi di intervento, nel complesso, sono molto ampi.
Occorre convincersi del fatto che l’innovazione nell’applicazione deve coinvolgere tutti e, in primo luogo, deve riguardare l’aspetto culturale, settore nel quale gli interlocutori si misurano in decine di milioni: questo rappresenta un’opportunità, ma anche un fattore di grande difficoltà. [...]
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