A Copenhagen meglio non replicare Kyoto |
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di Giuseppe Gatti
Una facile previsione: il successo della Conferenza sul clima di Copenhagen è direttamente legato al suo insuccesso e dovremmo essere grati alla volontà di crescita dei BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) e al sano pragmatismo americano, se questa coalizione resisterà al fondamentalismo ambientalista europeo ed imporrà un percorso ragionevole per lo sviluppo dell’agenda sul clima, evitando attentamente di replicare il Protocollo di Kyoto.
Si tornerebbero
ad assumere impegni
non realistici, con costi rilevanti e scarsi risultati. Il successo verrebbe invece...
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Il calembour da cui siamo partiti è presto spiegato: in Italia, come nel resto d’Europa, si ritiene che l’obiettivo di Copenhagen debba essere l’assunzione di impegni rigidi e vincolanti, soprattutto in funzione dell’abbattimento della CO2. Si pensa cioè che si tratti semplicemente di replicare Kyoto e quanto più saranno drastici i tagli, tanto più si griderà al successo. Questa impostazione dimentica di fare i conti con i risultati fallimentari ottenuti da Kyoto: nell’ultimo decennio si sono spesi un sacco di soldi, con pochissimi risultati. [...]
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