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IL GIORNALIERO - Energia: il No P-day non sembra proprio pagare Stampa E-mail

9 dicembre 2009 - L’antagonismo duro e puro non paga quasi mai. In politica come nel mondo dell’energia. Ovvero, se vuoi promuovere i biocombustibili, evita le crociate contro il petrolio, una sorta di No P-Day di questi periodi così alla moda. In altre parole, pensare che basti parlare del virtuoso biofuel come indispensabile succedaneo dell’inquinate oro nero per riempire i serbatoi, è forse un po’ azzardato. E l’argomentazione dell’Oil&Gas come il principale nemico da battere e da abbattere sembra fare sempre meno presa a livello di opinione pubblica.
Un sondaggio condotto dal prestigioso Energy Biosciences Institute (EBI) degli Stati Uniti - istituzione che raccoglie alcune delle più prestigiose università scientifiche a stelle e strisce - lo ha confermato chiaramente. Su un campione di poco inferiore al migliaio di persone, interpellate dall’EBI, il 29,6 per cento ha visto nei biofuel semplicemente un sistema sostenibile di approvvigionamento energetico; il 29,3 ha votato questa soluzione come risposta efficace alla necessità di diversificare le fonti; il 21,8 ha sottolineato le potenzialità di riduzione dell’effetto serra. La risposta mento gettonata - appena al di sopra del 20 per cento - ha avuto a che fare con la possibilità di svincolarsi dal petrolio.
Nel suo piccolo Nuova Energia aveva già ottenuto un risultato simile. Sul numero 6-2007 aveva infatti promosso un sondaggio sul tema Biocombustibili, ecco cosa ne pensano i brasiliani. Ebbene, alla domanda biodiesel perché? solo il 10 per cento aveva scelto l’opzione per combattere la crisi petrolifera, pur offrendo il sondaggio la possibilità di dare più di una risposta. Ben il 43 per cento, invece, aveva sottolineato l’aspetto della sensibilità ambientale. Le possibili ricadute positive in termini industriali avevano convinto esattamente un terzo del campione intervistato, mentre la via del sostegno all’agricoltura nazionale aveva trovato d’accordo quasi il 30 per cento.

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