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IL GIORNALIERO - Cambiamenti climatici: dalla guerra delle cifre… alla guerra civile Stampa E-mail

3 dicembre 2009 - Si alza - inevitabilmente - il tono del confronto sul tema dei cambiamenti climatici. Mentre il partito degli scettici continua a raffreddare l’allarme sul clima, scontrandosi con i dati sempre più preoccupanti che provengono dai sostenitori del climate change, uno studio della University of California aggiunge un preoccupante elemento al dibattito in atto.
Secondo questo rapporto, pubblicato a inizio dicembre, nei prossimi 20 anni il riscaldamento globale (a prescindere dalle cause effettive) potrebbe incrementare del 55 per cento la probabilità di nuove guerre civili all’interno dell’Africa Sub sahariana.
Lo studio, condotto dall’ateneo californiano assieme alla Stanford University, all’Università di New York e a quella di Harvard, è il primo nel suo genere a fornire una evidenza scientifica del problema. “Siamo rimasti profondamente sorpresi - ha affermato Edward Miguel, professore dell’Università di Berkeley - nel vedere come a partire dal 1980 ci sia stato uno stretto legame tra l’andamento delle temperature e della piovosità nell’Africa centrale e l’insorgere di nuovi conflitti”.
Il concetto è chiaro: una stagione più arida comporta un raccolto meno abbondante e una minore disponibilità di acqua. Dunque, maggiori tensioni sociali, povertà dilagante, masse di popolazione costrette a muoversi dal proprio territorio, competizione crescente per le poche risorse disponibili. Il valore aggiunto di questa nuova ricerca consiste nell’aver trasformato questa consapevolezza in un modello matematico (dunque in uno strumento con una capacità previsionale).
In particolare, lo studio ha evidenziato come già in presenza di un aumento medio di 1 °C sulle temperature medie annue, si possa rilevare una tangibile recrudescenza della conflittualità nel periodo immediatamente successivo. La proiezione di questi modelli sul futuro ha portato i ricercatori americani a questa sconcertante valutazione: “Se il trend attuale di variazione climatica non subirà un’inversione, ora del 2030 le guerre civili nell’Africa potranno causare 390 mila morti in più rispetto a oggi”.

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