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IL GIORNALIERO - Usa: non solo pale eoliche nel futuro sky line energetico Stampa E-mail

30 novembre 2009 - La nuova politica Usa promette di cambiare radicalmente lo skyline delle distese americane. Potrebbero infatti essere gli aerogenaratori di grande dimensione e potenza (anche oltre i 5 MW per singolo palo, promettono gli esperti del Mit) le immagini più ricorrenti del futuro energetico del Paese. Così come nei primi del ‘900 lo erano stati i pozzi e le trivelle divenuti quasi un simbolo per Stati petroliferi come il Texas.
Ora, però, gli States sembrano aver deciso di voltare pagina. Almeno sulla carta. Già, perché lontano dai riflettori e dagli annunci ufficiali l’America di Obama sa di non poter fare a meno anche del nero petrolio. E, anzi, ha deciso di incrementare sensibilmente la produzione interna.
Dopo diciotto anni di calo, la produzione americana di crude oil nel corso di questo 2009 ha beneficiato di una robusta crescita (più 7,6 per cento) che ha portato la capacità di estrazione oltre i 5,3 milioni di barili/giorno. Secondo le previsioni dell’EIA anche il prossimo anno dovrebbe essere contraddistinto da un’ulteriore crescita (più 2,5 per cento) fino a sfiorare i 5,5 milioni di barili giorno. È quanto meno curioso rilevare queste dinamiche proprio nell’anno della crisi internazionale (che ha portato quindi a un rallentamento se pur lieve dei consumi interni di greggio), nell’anno della svolta verde degli States, nell’anno che segna l’uscita di scena di Bush Jr, politicamente considerato un amico dei petrolieri, nell’anno in cui nel resto del mondo si rileva un calo vistoso degli investimenti nel settore upstream...

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