23 novembre 2009 - Costruite nel tempo le fondamenta - più che mai solide - e le strutture portanti del suo sistema energetico nazionale grazie al nucleare, da qualche tempo a questa parte la Francia si sta dedicando alla realizzazione dell’attico. Ovvero ad un piano di sviluppo delle fonti rinnovabili che non vanno a interferire con la potenza di base o a fare diretta concorrenza all’atomo, ma che hanno pur sempre raggiunto l’ordine di grandezza dei TWh/anno.
Silenziosamente, all’ombra dei riflettori sempre puntati su Germania, Spagna e Danimarca, il piano di sviluppo delle rinnovabili francesi è in realtà ambizioso e sta raggiungendo traguardi significativi.
Secondo gli ultimi dati, aggiornati a fine settembre, la potenza installata per l’eolico ha raggiunto i 4,3 GW, con una crescita del 22 per cento rispetto allo scorso. In complesso in soli nove mesi sono stati posti in opera nuovi generatori per complessivi 774 MW. La produzione totale (sempre nei primi tre trimestri del 2009) è stata pari a 4,8 TWh. Apparentemente non mancano, anche al di là delle Alpi, i problemi di sindrome Nimby. Infatti, la maggior parte delle nuove installazioni si è concentrata in aree che già ospitano fattorie eoliche; in sole quattro regioni si è concentrato il 56 per cento delle nuove realizzazioni. Si segnala il ruolo del mini-eolico, sotto i 36 kW, con 180 installazioni. Anche se poi la potenza complessiva - 1,6 MW - è inferiore a quella di una singola pala di grandi (ma non eccezionali) dimensioni.
Cresce anche il fotovoltaico. Con 92 MW allacciati in rete nei primi nove mesi del 2009 segna un significativo più 112 per cento rispetto alla fine del 2008. Le installazioni censite sono attualmente poco meno di 32.200. Solo 17 di queste hanno potenza superiore ai 250 kW A differenza dell’eolico lo sviluppo è stato piuttosto organico a livello territoriale e ha coinvolto anche regioni pressoché esordienti nel settore.