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IL GIORNALIERO - C’è qualcuno che propone un quadro legale per i “rifugiati climatici” Stampa E-mail

19 novembre 2009 - I cambiamenti climatici in atto potrebbero ridisegnare la geografia del Pianeta, equiparando l’anidride carbonica a un dittatore e le sue vittime a rifugiati politici. Non è la trama dell’ennesimo film apocalittico, ma una ipotesi tanto seria da essere messa nero su bianco dalla Environmental Justice Foundation (EJF) degli Stati Uniti.
“Entro il 2050, 150 milioni di persone potrebbero essere costrette a lasciare la propria terra di origine a causa dell’impatto dei cambiamenti climatici. Occorre quindi predisporre fin da subito un nuovo quadro legale per definire la figura dei climate refugees, attualmente non previsti dalla Convenzione di Ginevra del 1951”.
Nel documento - scritto quasi sessanta anni or sono, quando ancora di cambiamenti climatici non parlavano neppure i libri di fantascienza - si parla infatti di rifugiati come di coloro che temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le opinioni politiche, si trovino fuori del Paese di cui sono cittadini e non possono o non vogliono, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese. Ora, tra i persecutori potrebbe essere iscritta anche la cricca dei gas a effetto serra!
Il rapporto di EJF ha confermato come gli impatti più severi (e, dunque, i più consistenti flussi migratori attesi) potrebbero riguardare i Paesi ancora in via di sviluppo (quali il Bangladesh, molti stati insulari, varie nazioni dell’Africa), ma non solo. Nella lista dei futuri rifugiati potrebbero doversi iscrivere anche numerosi cittadini statunitensi!
Varie contee dell’Alabama, della Florida, della Louisiana, della Carolina del Sud, del Texas, sono state segnalate come aree ad alta vulnerabilità. Altri 13 Stati sotto la bandiera a stelle e strisce sono risultati a rischio potenziale nel prossimo futuro.

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